Serie A
Ibrahimovic su Calciopoli: “Indegno chi indossa medaglie di altri. Ci sono cose che…”
27/08/2023
di Mario Lorenzo Passiatore
Zlatan riapre una ferita enorme e punge nuovamente la giustizia sportiva per la vicenda del 2006. “Continuerò a sentire miei i due Scudetti che ci hanno tolto. Come è stato possibile darne uno dei due a qualcun altro?”
E’ sempre stato estremamente diretto nelle sue esternazioni, la diplomazia è una fetta sottilissima che resta in un angolo segreto della sua memoria. Guai a pungerlo in campo, non era minimamente consigliabile farlo fuori dal rettangolo di gioco. Per lui c’è sempre una sfida all’interno di una partita. Zlatan ha lasciato il calcio ma non ha mai perso quella verve da duro. Ha scritto due libri, nell’ultimo dal titolo “Adrenalia” ha toccato uno degli argomenti più pesanti del nostro calcio.
Il capitolo Calciopoli, la rivoluzione del 2006 che sancì la retrocessione della Juve e le penalizzazioni a cascata per tutti gli altri club coinvolti nell’inchiesta. Ibra ha messo in chiaro ancora una volta le sue sensazioni attaccando, senza troppi giri di parole, la giustizia italiana.
“Continuerò a sentire miei i due Scudetti che ci hanno tolto. Come è stato possibile darne uno dei due a qualcun altro? E come hanno fatto gli altri ad accettarlo? Se squalifichi quello che ha vinto e dai a me la sua medaglia, io non la voglio. Anzi, mi offendi se me la dai. Se io vado in giro con quella medaglia al collo e dico 'Ho vinto!', è indegno. Soprattutto poi, dopo tutto quello che è uscito dopo! Spesso mi chiedono: 'Ma alla Juve non ti sei accorto che gli arbitri erano diventati improvvisamente più buoni?' Rispondo: 'No, in campo mi accorgevo che eravamo i più forti. Vincevamo solo per questo!' Quando entro allo Stadium a Torino e vedo il numero 38 accanto allo Scudetto tricolore, io non penso a un errore, penso che quello sia il numero esatto e che quella sia la vera giustizia. La giustizia sportiva in Italia è imbarazzante".
di Mario Lorenzo Passiatore