Il Lecco in Serie B, come deciso dal campo e soprattutto dal Consiglio di Stato
che ha respinto il ricorso del Perugia. E’ stata un’estate molto calda fatta di
continui ribaltoni, con i lombardi che rischiavano di ritrovarsi addirittura
fuori dai professionisti. Una vera e proprio battaglia burocratica che ha visto
in prima linea il vulcanico presidente Di Nunno.
Adesso è il momento di fare i conti e
capire cosa vuol dire non utilizzare il proprio stadio. Il Lecco non potrà
giocare al Rigamonti – Ceppi e traslocherà (per le gare casalinghe) all’Euganeo
di Padova, a circa 230 chilometri dalla sede ufficiale. Insomma, una bella
traversata che non riscuote i favori del presidente. Di Nunno, nel corso dell’ultima
intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha snocciolato un po’ i dati
circa le spese cui dovrà farsi carico. Sarà una serie B lunga e tanto costosa.
"Se ci costringeranno a giocare per cinque volte, sarà un bagno di
sangue per il nostro club. Così ci rovinano. Solo il campo, per una partita di
neanche due ore, viene a costarmi ben 30mila euro - ha confermato Di Nunno -. Se si considera tutto il resto, poi, come il
viaggio di andata e quello di ritorno, la notte in hotel, i pasti, la cifra si
arrotonda sui 50 mila euro a partita. Senza contare la scomodità di dover
partire il giorno prima del match".
di
Mario Lorenzo Passiatore