Storia,
tradizioni e DNA. A parlare è un grande ex che di Champions e trionfi se ne
intende. Una vita a Madrid: otto anni nel settore giovanile, sedici in prima
squadra, sempre al servizio dei Merengues. E’ tra i portieri che hanno segnato
un’epoca sia con il club che con la nazionale spagnola.
Adesso
guarda meno il calcio giocato rispetto a prima, ma quando c’è il richiamo dei
grandi appuntamenti non può non accomodarsi in prima fila. Iker Casilla,s
durante l’evento organizzato a Fontarel, ha commentato l’ennesima rimonta
firmata dai Blancos nel finale. Da 0-1 a 2-1 in pochi minuti, nel segno di
Joselu. Insomma, cambiano gli interpreti ma la trama del film resta sempre la
stessa.
“Puoi essere
bravo per 89 minuti – spiega Casillas, ma se hai due minuti non buoni subirai
gol. Ho sempre vissuto con la pressione costante di giocare nelle giovanili del
Real Madrid e nelle categorie inferiori della Nazionale e alla fine è qualcosa
che ti metti in testa. Il Real ha un DNA vincente che non gli fa mollare un
pallone fino alla fine. Il club ti parla sempre di dedizione, sacrificio e
lotta. Il legame che la squadra ha con la Champions League è qualcosa che si
capisce quando sei dentro lo spogliatoio. Joselu è stato il protagonista della
partita, sono molto contento per lui. È un ragazzo del posto ed è meraviglioso
che colga l'occasione ogni volta che gioca. Il suo futuro? È una cosa che
riguarda il club, ma da tifoso mi piacerebbe che restasse".
di
Mario Lorenzo Passiatore