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Prandelli racconta il calcio di Thiago Motta: “E’ lui il vero innovatore, vi spiego perché…”

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto di Dal Web

Pubblicato il 16/02/2024

L’ex allenatore della nazionale ha raccontato i segreti del calcio di Thiago Motta. Un calciatore che ha voluto fortemente nella sua nazionale. Non è un calcio schematizzato ma un calcio concettuale. E ogni giocatore in possesso ha 3-4 possibilità differenti".

L’ha voluto e portato sotta la sua gestione in nazionale con la maglia azzurra nel febbraio 2011. Lo conosce come pochi per averci lavorato insieme, una convocazione che ai tempi fece anche tanto rumore: una parte della critica si schierò contro la scelta dell’allora commissario tecnico. Cesare Prandelli ha provato a raccontare a La Gazzetta dello Sport il calcio di Thiago Motta.

Il Bologna sta vivendo un’annata entusiasmante sotto la sua gestione, sono quarti a quota 42, con gli stessi punti dell’Atalanta. A impressionare è il modo di giocare della sua squadra pur mantenendo nel complesso un’ottima solidità nel pacchetto arretrato, con 22 gol subiti è la terza miglior difesa della Serie A, dietro a Inter e Juventus.

"Thiago - spiega Prandelli - lavora sui concetti di gioco e non sulle situazioni ripetute, schematiche, di quelle per intenderci che se ti va male uno schema salta tutto. Non è un calcio schematizzato ma un calcio concettuale. E ogni giocatore in possesso ha 3-4 possibilità differenti".

Prandelli poi è entrato ancora di più nel dettaglio parlando con grande praticità di tutti i dettagli di campo. “Chi ha la palla riesce ad avere due passaggi possibili e sicuri ai propri fianchi ma anche uno in profondità breve o lunga. Lo capisci per bene guardando la sua squadra dall’alto: ed è anche per questo che le avversarie non hanno ancora capito come funziona il suo gioco, perché sono tante le soluzioni, i cambi di ruolo, l’occupazione dei settori. Vero è che qualche schema lo ha anche lui, ma non è mai uguale a se stesso. Per questo, per me, Thiago è il vero innovatore del campionato".

La valorizzazione dei singoli all’interno del contesto squadra: Zirkzee e Calafiori su tutti. "Zirkzee ha un modo tutto suo di giocare. Magari col tempo dovrà perfezionare il suo killer-instinct ma Thiago non l’ha voluto cambiare: l’ha agevolato. Rispetta le caratteristiche dei propri giocatori cogliendo anche sfumature che fan sì che alcuni elementi possano fare anche altro, vedi Calafiori o Ferguson".

di Mario Lorenzo Passiatore

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