Serie A

Stankovic: “In Italia ci sono cose che non mi piacciono. Eriksson? Di lui porto dentro due cose…”

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto di Dal Web

Pubblicato il 15/01/2024

L’ex allenatore della Sampdoria nell’ultima intervista ha parlato del suo trascorso in Italia e dei ricordi che lo legano all’ex tecnico della Lazio. “Ha influenzato molti di noi che sono diventati allenatori, specie quelli che stanno lavorando da più tempo…”

Una vita in Italia con le maglie di Lazio e Inter da calciatore, un anno fa l’avventura sulla panchina della Sampdoria. Adesso guida il Ferencvaros, la squadra campione di Ungheria in carica. E’ rimasto legato all’Italia, è cresciuto come uomo e come calciatore nel nostro paese e su un suo probabile ritorno nel Belpaese ha risposto così ai microfoni di 90esimo minuto.

"Non lo so, ci sono pro e contro - ha ammesso -. Ci sono tante cose che non mi piacciono dell'Italia, però tre giorni puoi diventare un fenomeno oppure uno da mandare via. L'allenatore va difeso di più, se lo hai preso è perché ci devi credere".

L’avventura alla Lazio da calciatore e il ricordo di Eriksson che, proprio in questi giorni, ha ammesso di lottare contro il cancro. "Sono arrivato alla Lazio a 19 anni, molte volte ho detto di essere stato fortunato ad aver avuto Eriksson come primo allenatore italiano. È una persona perbene, nel modo di fare e di allenare. Ha influenzato molti di noi che sono diventati allenatori, specie quelli che stanno lavorando da più tempo. Porto il suo modo di trattare i giovani, se sono diventato un uomo migliore è grazie a lui. Gli auguro di non mollare, di lottare, siamo tutti con lui. Eriksson deve essere fiero di vedere 8-9 giocatori della Lazio diventare allenatori e deve seguirci per molto tempo. Difficile parlarne, un anno fa ci ha lasciati Sinisa Mihajlovic; queste notizie ti riportano indietro, spero che Sven non molli".

di Mario Lorenzo Passiatore

VAI ALLA CATEGORIA

Serie A

CONDIVIDI