Serie A
Vieri: “Giovani, giovani e poi alla prima occasione li massacriamo”
06/06/2022
di Redazione
L’ex attaccante azzurro, a margine di un evento, ha speso parole importanti nei confronti dell’attuale commissario tecnico spiegando che spesso siamo succubi del risultato e non riusciamo a vedere nient’altro. Una cultura diversa rispetto a quanto accade all’estero. “Fuori dall'Italia c’è maggiore pazienza, voglia di aspettare i ragazzi. Qui conta solo una cosa e se uno non fa bene…”
Sono giorni caldi per la nostra nazionale impegnata in Nations League fino al 14 giugno. Dopo il pari con la Germania e la prova incoraggiante dei ragazzi di Mancini, gli Azzurri stasera affronteranno l’Ungheria di Marco Rossi che, a sorpresa, ha battuto per 1 a 0 l’Inghilterra di Southgate. Un motivo in più per tenere alta la guardia e non prendere sottogamba un impegno che nasconde delle insidie importanti, soprattutto per una squadra sperimentale come l’Italia. Mancini sta cercando nuove soluzioni e giovani da integrare gradualmente nel nuovo corso. Servirà tempo, pazienza e tanto lavoro per ricostruire un gruppo granitico come quello di Euro 2020.
Proprio sul nuovo corso si è espresso Bobo Vieri, l’ex bomber della nazionale è stato intervistato al termine di un evento organizzato da McFit verso la "Bobo Summer Cup" di padel. Ha parlato dei giovani e del giudizio dei media che spesso stritola la crescita dei ragazzi al punto tale da costruire, nel bene o nel male, nuove etichette.
"I giovani in Italia vengono subito massacrati dalla critica. All’estero, invece, c’è più pazienza, voglia di aspettarli. Qui conta solo il risultato e se uno non fa bene tutti dicono che non è pronto. Ci portiamo dietro questa cosa da sempre. C’è meno cultura, Mancini è l’unico allenatore che è bravo, il più bravo, a trovare i giovani e a farli giocare. Questa è l’unica strategia. Manca un Vieri? Abbiamo vinto un Europeo senza Vieri".
Le sue parole hanno fatto da eco a quelle di Mancini che si è espresso così in conferenza stampa. “Magari tutti fossero in grado di giocare a 18 anni in nazionale. Ma non è così, lo sappiamo. Alcuni hanno bisogno di fare le loro esperienze. Se siamo disposti a capire che loro possono sbagliare e alcuni hanno bisogno di farlo per crescere, allora accetteremo il percorso di crescita dei nostri. Serve tempo per costruire”.
di Redazione