Anni 72,
una carriera enorme tra Ajax, Barcellona, United, Bayern Monaco e nazionale
olandese. E’ uno dei sergenti di ferro della vecchia scuola che da circa due anni
ha annunciato la sua battaglia contro il cancro. Ormai è lontano dalla panchina
ed è concentrato nella partita più importante della sua vita.
E’ uno
dei protagonisti principali del documentario “Siempre positivo” e sono uscite diverse anticipazioni sui temi principali. Van Gaal ha parlato dell’impatto
che il cancro ha avuto nella sua vita e come ha cambiato il suo modo di
relazionarsi con la gente. Dal racconto sono venuti fuori una serie di drammi.
“Vengo da
una famiglia in cui siamo nove fratelli, sono il più piccolo. Mio padre morì
quando avevo 11 anni, ne aveva 53. La mia prima moglie, invece, è morta a 39
anni e tutti i miei fratelli sono morti troppo presto. Sono abituato alla
morte, ecco perché so che fa parte della vita e si può affrontarla. Quando ho
saputo per la prima volta che avevo il cancro ho detto: 'Okay, non è una buona
notizia, ma è meglio che provi a fare qualcosa'. Ogni essere umano reagisce in
modo diverso".
Poi un
messaggio a tutti coloro che si ritrovano a combattere contro il cancro: come
reagire e da dove ripartire. "Posso
solo dire che dovete essere voi stessi. Fa parte della vita che possiate
morire. Non è un bel processo, ma sono ancora qui e sto meglio ora rispetto a
un paio di anni fa. Pertanto, c'è sempre speranza e in più posso fare le cose
che ho sempre fatto, anche allenarmi. Puoi farlo quando hai una mentalità
forte. Potresti non essere fortunato come me ma devi essere sempre positivo,
perché la mente è direttamente collegata al corpo".
di
Mario Lorenzo Passiatore