Calcio Totale Racconta

Italia, Sacchi duro: “Un collettivo contro un gruppo che vagava. I problemi sono…”

21/06/2024

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto: Dal web

L’ex commissario tecnico della nazionale ha fatto la sua disamina della partita evidenziando i limiti degli azzurri. “Da questa sconfitta dovremmo imparare parecchie cose e mi auguro che cercheremo di far tesoro degli errori commessi senza farci prendere dalla solita presunzione”.

L’Italia cade con la Spagna nel secondo appuntamento del girone. Decisivo l’autogol di Calafiori, ma a finire sotto processo è l’atteggiamento degli azzurri e la netta superiorità delle furie rosse: 20 tiri a 4, 9 a 1 quelli nello specchio. Numeri e statistiche che certificano il momento e lo status di Morata e soci.

Ma nulla è perduto, adesso bisognerà riordinare le idee e presentarsi con la giusta concentrazione contro la Croazia. Dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi ha fatto la sua analisi del match. Il giudizio sulla squadra di Spalletti è abbastanza netto, così come quello sugli avversari: forti, solidi e organizzati.

"La fotografia della partita  - spiega Sacchi - è presto fatta: c’era un collettivo organizzato contro un gruppo di giocatori che vagava per il campo. La differenza tra la Spagna e l’Italia, per quello che si è visto ieri sera, è enorme. La nazionale di De la Fuente pratica un calcio di dominio, ha conoscenze tecniche e tattiche, sa come muoversi e, soprattutto, lo fa con i giusti sincronismi. L’Italia, purtroppo, non è ancora squadra: ci vuole tempo, ci vuole pazienza. Da questa sconfitta dovremmo imparare parecchie cose e mi auguro che cercheremo di far tesoro degli errori commessi senza farci prendere dalla solita presunzione”.

Poi un pensiero al commissario tecnico Spalletti e una critica all’intero movimento, come spesso accade subito dopo una sconfitta. “Spalletti non ha colpe. È un ct che lavora da meno di un anno, ha ereditato una situazione complicata e sta cercando di dare uno stile a un Paese che non lo ha mai avuto. La Serie A non lo aiuta: la maggior parte delle squadre pratica un calcio vecchio, poco in linea con i principi europei, i giocatori faticano a emergere per la massiccia presenza degli stranieri. Lavorare in queste condizioni è un problema serio, di cui si deve tener conto quando si dà un giudizio sulla Nazionale".

di Mario Lorenzo Passiatore

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