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Ribery al Real Madrid: non andò per colpa di una cena Halal
11/01/2022
di Mario Lorenzo Passiatore
Una storia raccontata dall’allora presidente del Bayern Monaco che nell’ultima cena in famiglia convinse il giocatore a mandare in fumo una trattativa già conclusa con il Real Madrid. Gli agenti non la presero benissimo
E’ stato a un passo dal vestire la maglia del Real Madrid dopo i mondiali sudafricani del 2010. Le intenzioni di Franck Ribery erano ormai chiare e in Baviera stavano per metabolizzare la scelta dell’asso francese. Valigia pronta, gli ultimi saluti di rito e poi via verso la capitale spagnola. Un duro colpo per Uli Hoeness, allora presidente del Bayern Monaco, che non riusciva a farsene una ragione: dividere la neonata “Robbery”. La coppia di esterni più forti in quel momento completata sull’altra fascia da Arjen Robben.
Hoeness decise così di invitare Franck e sua moglie a casa per l’ultima cena a Monaco. Una mossa inaspettata che fece saltare il banco ai suoi agenti, i quali non gradirono l’intromissione finale del numero uno del club. Ribery si presentò a casa del presidente: un retroscena raccontato da Hoeness in un’intervista a DPA.
“La storia fra Ribéry e il Bayern stava per finire nel 2010. I suoi agenti lo avevano venduto al Real Madrid, era fatta ma io ho invitato lui e sua moglie Wahiba a mangiare a casa da noi. Mia moglie Susi ha cucinato halal, appositamente per loro. Abbiamo passato una bella serata e verso mezzanotte Wahiba ci ha rivelato che restavano a Monaco”.
Ribery dopo aver sposato la moglie si era convertito alla fede islamica, cambiando completamente le sue abitudini di vita. Nella tradizione musulmana la purezza del corpo dipende anche dal cibo, da tutto ciò che si ingerisce. Così Hoeness, nel rispetto della loro cultura, organizzò una cena in base ai principi della legge islamica. Una cosa che colpì tanto Wahiba, la moglie di Franck, al punto tale da far cambiare idea sul loro futuro.
Nonostante avessero già maturato e preso una decisione diversi giorni prima. Niente più Real, niente più Madrid. Una presa di posizione che sconvolse gli intermediari e gli agenti che avevano curato la trattativa. Soprattutto perché dall’altra parte l’interlocutore era Florentino Perez. Storie infinite di calciomercato, di finali già segnati e poi cambiati per colpa di un pranzo, di una telefonata e di un messaggio d’affetto. O addirittura per una cena Halal (di saluti) che consolidò il rapporto con il giocatore e la famiglia.
di Mario Lorenzo Passiatore