Adesso allena la Sampdoria, i blucerchiati sono
quattordicesimi nel campionato di Serie B. Fin qui le sue esperienze in
panchina non hanno sortito lo stesso effetto come da calciatore. Il Pirlo
pensiero, l’uomo e il professionista, si è raccontato con pochi filtri a Radio
Serie A. Trionfi, delusioni ma anche tanti insegnamenti sin dalla tenera età,
da calciatore in erba carico di sogni.
Non sono mancati i momenti di sconforto e i primi
dispetti tra compagni di squadra, non appena le sue prestazioni hanno attirato le
mire degli osservatori e dei primi giornali del paese. Ha raccontato un
episodio di Brescia e del Brescia, la sua prima vera tappa della carriera.
"Quando uscirono i primi articoli su
di me iniziarono a nascere le prime gelosie da parte dei ragazzi del mio paese.
I compagni di squadra cercavano di isolarmi non passandomi il pallone,
probabilmente per farsi vedere. La mia svolta l’ho avuta quando una domenica,
sconfortato da queste situazioni ricorrenti, decisi di andare a prendermi il
pallone e di iniziare a giocare da solo. In quel periodo giocavo negli allievi del
Brescia”.
Un pensiero ai
genitori che vivono con eccessivo entusiasmo la vita sportiva dei piccoli. "Ai
genitori sconsiglio di andare a vedere i propri figli giocare. Si creano sempre
delle situazioni spiacevoli in tribuna, perché molti sperano di avere un
fuoriclasse come figlio, ma spesso non è così e si rischia in questo modo di
far perdere la poesia per il gioco e il divertimento che ne dovrebbe
derivare".
di
Mario Lorenzo Passiatore