Diciassette
anni di Chievo Verona, 112 gol in serie A con la maglia gialloblù, miglior
cannoniere nel massimo campionato della storia del club. Qualcosa in più del
classico bomber di provincia che dominava le piazze calde dello stivale.
Sergio
Pellissier è stato simbolo e icona di una squadra che è scomparsa, per poi
rinascere dalla proprio ceneri con il nome di Clivense, ovviamente dalla idea
di Pellissier. Fondatore, presidente e dirigente. In queste ore ha rilasciato
un’interessante intervista a Tuttomercatoweb, dove ha parlato del momento degli
attaccanti in italiani e della nostra nazionale.
“Io credo che non
ci siano più gli attaccanti veri. Non esistono quelli che pensano solo a fare
gol. Ci sono ancora attaccanti validi e forti, così come tanti giovani che
possono fare una carriera importante. L’attacco in Italia è un po’ scaduto, il
nostro calcio è di secondo piano”.
Cosa è
cambiato rispetto a dieci/quindici anni fa? Probabilmente il modo di attaccare,
ma non solo, perché il calcio si evolve e si contamina anche in base agli
allenatori che poi approdano in altre nazioni portando le loro idee.
“Non si crossa
più. Adesso si gioca con due esterni alti che arrivano a calciare. I cross
ormai sono rari. Quando giocavo io c'era il 4-4-2 con gli esterni che mettevano
continuamente palloni in mezzo. Adesso con il 4-3-3 gli esterni arrivano a
calciare. Lo abbiamo visto anche con Immobile, che in Nazionale sembrava scarso
e nella Lazio un fenomeno. La verità è che gli venivano serviti pochi palloni”.
di
Mario Lorenzo Passiatore