Rigoristi
ai raggi X, risponde il professor Pagliuca. L’ultimo calcio di rigore battuto
da Nico Gonzalez in Fiorentina – Inter ha prodotto una serie di polemiche all’indirizzo
del calciatore viola. Lento, prevedibile, superficiale e presuntuoso.
Sono
solo alcune delle critiche rivolte al giocatore argentino per aver scelto la soluzione
peggiore contro un portiere che statisticamente ne pare uno ogni cinque.
Insomma una vera e propria bestia nera per gli attaccanti. L’ex portiere dell’Inter
ha parlato così a La Gazzetta dello Sport in merito all’ultimo trend di calciare
con il saltello nel tentativo di disorientare il portiere. Anche se, molto
spesso, è proprio il tiratore a non arrivare all’impatto col pallone con la
opportuna convinzione.
"A me pare
veramente che gli attaccanti ultimamente si siano messi in testa di fare il colpo
scenico, di fare un po’ i fenomeni. Sono sempre stato convinto che chi tira i rigori deve tirare forte, una botta. Che sia incrociato, mirato, basso, sotto la traversa, vada
dove vuole, ma dev’essere la cosiddetta saracca, una botta, una legnata.
Anche nell’ultimo turno ho visto tirare delle ciofeche, dei tiracci insomma,
cose con poco senso".
Pagliuca
rincara la dose e parla di scena a dir poco avvilente. Ovviamente, il bersaglio
resta ancora Nico Gonzalez, troppo molle o addirittura fin troppo convinto di
ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. Così l’ex portiere nerazzurro
ha stilato le caratteristiche del suo rigore perfetto.
“Ma che tiro è
stato? Io credo che un portiere possa studiare tanto gli attaccanti ma è anche
vero che gli attaccanti possono studiare tanto i portieri che hanno di fronte.
Io credo che certi tiri dal dischetto visti recentemente siano un po’ leggeri,
non arrivo a dire da presuntuosi ma quasi. La scena di un portiere che ti
para un rigore tirato ai 12 chilometri orari è anche esteticamente brutta,
avvilente. Per l’attaccante e la propria squadra, oltre che per i
tifosi. Ma ripeto: bisogna tirare la botta. Poi lo sbagli, va bene, ma
certamente più è potente il tiro e più il portiere, se non lo intuisce alla
perfezione, farà fatica a pararlo. Le possibilità per l’attaccante
aumentano".
di
Mario Lorenzo Passiatore