Calcio Estero

Un ex United spara a zero: “Giocatori come robot, non è più il mio club”

21/04/2022

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto: Wikimedia Commons

L’ex calciatore dei Red Devils ha parlato subito dopo il pesante ko dello United contro il Liverpool. La squadra di Rangnick era orfana di Ronaldo, ma Roy Keane non ha risparmiato nessuno: “E’ davvero triste veder questa squadra, non è più il mio club. Ai tempi in cui giocavo io…”

E’ stata una gara a senso unico, un dominio degli uomini di Klopp ad Anfield, certificato dai numeri e dalle statistiche. 14 tiri a 2, ma soprattutto il 72% di possesso palla per i Reds, con il triplo di passaggi completati rispetto ai Red Devils. Risultato? 4 a 0. Ralf Rangnick, allenatore del Manchester United, ha fatto i complimenti a Liverpool per la prestazione, definendo la squadra di Klopp una vera e propria Formula 1. In lizza per il titolo, in finale di FA Cup e in semifinale di Champions, con una condizione fisica spaventosa.

Tanti gli elogi per il Liverpool, ma tante anche le critiche per lo United che è sesto a 54 punti. Sotto accusa l’atteggiamento della squadra che è apparsa abbastanza remissiva e poi i problemi dell’intera fase difensiva. Tra i più bersagliati sicuramente il difensore Harry Maguire. E’ tornato alla carica Roy Keane, l’ex bandiera dei Red Devils è uno che non le manda a dire. Così a Sky Sports ha manifestato tutto il suo malessere per quanto fatto vedere dalla squadra di Rangnick nell’ultimo appuntamento in Premier.

"Prima ero arrabbiato, ora sono solo triste. Non c'è cuore, non c'è anima, non ci sono leader e non c'è un minimo di qualità. Quindi il risultato non è certamente una sorpresa. Il club è in pieno scompiglio, dalla dirigenza all'allenatore. Ed è una cosa triste da vedere. Non è più il mio club, quello con cui giocavo io, la differenza è come quella tra il giorno e la notte. Nessuno combatte e scende in campo per il suo orgoglio. Ma a questo livello non ci si può nascondere, queste cose si vedono, le scoprono tutti. Ed è davvero triste veder giocare questa squadra. Non c'è leadership, manca il carattere. E quando le cose si fanno dure, crollano. Non combattono, non si vede determinazione."

L’ex centrocampista dello United poi è stato ancora più duro con la squadra. Ha accusato i calciatori di essere impassibili di fronte a qualsiasi debacle, di non reagire dopo una sconfitta e soprattutto di non mostrare alcun segno di attaccamento alla maglia. Come se una parte dei calciatori non vedesse l’ora di andare via, di scappare altrove.

"Il club deve lavorare molto, non si vede nulla del Manchester United per cui giocavo io, sembra un club completamente differente. Prima c'era un minimo di orgoglio, ma ormai non più. E questa squadra non può neanche piacere, non ha anima, non riesci a sostenerli. Persino quello che dicono a fine partita, capisco che per i calciatori sia complicato rilasciare interviste, ma sono tutti robotici, non mostrano emozioni. Vorrei capire cosa succede al centro sportivo. Qual è la cultura dei calciatori, dei giovani, chi aiuta questi ragazzi? Non ho mai sentito così tanti calciatori voler lasciare il Manchester United. Ai tempi in cui giocavo io avremmo detto 'lasciare lo United? Ma se è il più grande club del mondo!'. Avevamo il terrore che ci vendessero o che ci dicessero di andarcene”.

di Mario Lorenzo Passiatore

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