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Laporte si diverte, ma non troppo: “Non so neanche quando giochiamo col City, non amo fare una cosa…”
01/12/2022
di Mario Lorenzo Passiatore
Il difensore della Spagna ha parlato un po’ della sua vita sportiva e ha svelato degli aneddoti davvero curiosi prima di giocare la gara contro il Giappone. Il calcio è importante, ma non fondamentale: “Certe volte la mia famiglia mi chiama per chiedermi a che ora giocherò e io rispondo che…”
Spagna avanti col brivido e con una sconfitta. Ko parzialmente indolore delle Furie Rosse contro il Giappone che pregiudica il primo posto nel girone ma non la qualificazione. Avanti con Morata, i giapponesi hanno ripreso la partita nel secondo tempo ribaltando totalmente gara. Luis Enrique non l’ha presa benissimo e così si è sfogato nello spogliatoio con i suoi calciatori.
Per una manciata di minuti, quando la Costa Rica era avanti contro la Germania, gli spagnoli erano virtualmente fuori. Insomma, il tonfo rischiava di essere bello pesante e di fare un gran baccano. Adesso la Spagna incrocerà la prima del girone F, a sorpresa il Marocco. Un’altra squadra che corre tanto, con discreta qualità e, soprattutto, un gruppo da non sottovalutare.
Nelle ore prima della partita ha rilasciato un’interessante intervista al Guardian Aymeric Laporte, difensore della Spagna e del Manchester City. Dal campo alle curiosità, un personaggio davvero singolare e autoironico. “A livello di gioco al Mondiale non ho visto molte squadre fare bene. Certo, alcune hanno vinto lo stesso senza giocare bene”.
Non è il classico giocatore dipendente dal calcio, anzi quando non scende in campo con il City di Guardiola ama fare tutt’altro. E’ talmente distaccato che spesso non ricorda neanche le sue di partite. Strano, ma vero, Laporte è proprio così. "Non amo guardare le partite in tv. Non le seguo sinceramente. Non so neppure chi si potrebbe incontrare passando il girone con la Spagna. Ci sono alcuni compagni che si riuniscono e le guardano, ma io no. Sinceramente, quando gioco al Manchester City, certe volte la mia famiglia mi chiama per chiedermi a che ora giocherò e io rispondo che non lo so. E’ davvero così.”
di Mario Lorenzo Passiatore