La Juve non
va oltre il pareggio in casa contro il Parma e incassa il sesto gol nelle
ultime due partite disputate in campionato. Se la verità sta nel mezzo, la
squadra non è quella solida delle prime giornate di campionato, ma neanche
quella poco equilibrata delle ultime partite. I bianconeri per costruire una
trama di gioco pulita continuano a regalare praterie in ogni zona del campo.
Pecchia ha
messo in piedi un pressing organizzato dal primo minuito in grado di minare le
certezze dei bianconeri. I conti non tornano, prima della gara di Lipsia la
squadra di Thiago Motta aveva incassato un gol in sette partite, tenendo spesso
il dominio territoriale e del gioco. Dopo
Lipsia, i gol subito sono diventati dieci in sei partite. Troppi per chi punta a restare saldamente nei piani alti.
Cosa è
successo? Certamente l’infortunio di Bremer ha cambiato radicalmente il volto
della difesa, la cattiva condizione di Danilo ha completato il quadro negativo
dell’ultimo periodo. Ma non è solo una questione di singoli perché la Juve
fatica a ragionare di reparto e a difendere con la stessa attitudine e abnegazione del primo
mese e mezzo.
La squadra
era abituata ad andare sempre in gestione anche con un palleggio sterile, pur
di congelare la fase offensiva avversaria. Adesso appare in balia degli eventi e delle situazioni e quasi mai in controllo, alterna folate produttive in attacco a grandi rischi dalla mediana in giù. Insomma, non c’è più equilibrio e solidità tra i reparti
e i blocchi faticano a ricompattarsi nelle due linee.
Ma c’è un
dato che preoccupa tanto Thiago Motta: i bianconeri nelle ultime tre partite,
da Stoccarda in poi, hanno incassato ben
53 tiri in porta. Numeri che raccontato due squadre diverse a fine ottobre. Fa riflettere anche la continua rotazione dei centrali di difesa, proprio lì dove la Juve stenta a costruire un'intesa dopo il crollo del muro Bremer.
L’allenatore italo-brasiliano spera di recuperare a pieno regime, Nico Gonzalez, Koopmeiners e
Douglas Luiz, con l’auspicio di arrivare al mercato di gennaio nelle zone calde, per portare a Torino un difensore in grado di sostituire degnamente il brasiliano e prendere un vice Vlahovic per far tirare il fiato all'attaccante serbo.
di
Mario Lorenzo Passiatore