Serie A
I segreti di Juric: “Allenamenti duri? A Verona li ammazzavo. Vi racconto…”
06/05/2023
di Mario Lorenzo Passiatore
Carichi di lavoro, metodi e una serie di consigli ai giovani e ai tecnici. La riflessione a voce alta di Juric che svela una serie di criticità del nostro campionato rispetto al resto d’Europa. “Siamo indietro, specialmente i giovani li stiamo buttando via. Dovrebbero lavorare il triplo, bisogna lavorare…”
Torino – Monza, vuol dire Juric contro Palladino. Due allievi del Gasp che si sfideranno in una partita carica di spettacolo e con pochi rischi concreti. Due squadre salve, con la mente sgombra e con tanta voglia di dimostrare, perché nessuno dei due si è mai risparmiato.
Sono nel mirino di diversi club per il loro modo di fare calcio, sempre propositivo e mai speculativo. Si gioca, o almeno, si prova a farlo sempre. Nella conferenza pre – partita, ha parlato proprio Juric che ha chiarito alcuni aspetti sui carichi di lavoro. A Torino non possono proprio lamentarsi, chi ha vissuto la versione più rigida, quasi da sergente di ferro, sono certamente i calciatori del Verona, nella sua precedente esperienza.
"A Verona li ammazzavo, il volume di lavoro era del 50% in più rispetto a quest'anno e non abbiamo mai avuto problemi, solo con Kumbulla che aveva fastidi alla schiena ma poi a gennaio lo abbiamo risolto”.
Attenzione al messaggio indirizzato ai giovani e a tutti i tecnici degli staff. Per Juric si è intrapresa una strada sbagliata: si lavora poco e a bassa intensità rispetto al resto d’Europa. E allora, bisogna invertire la rotta.
“Vedendo gli altri campionati, qui siamo a livelli bassi di scienza e di capire i recuperi. Siamo indietro, specialmente i giovani li stiamo buttando via. Dovrebbero lavorare il triplo, bisogna lavorare di più e ognuno più individualizzato. Rodriguez è un giocatore che passa tre ore al giorno dal fisioterapista: per me è un allenamento, per mantenersi così deve fare così. Io gli tolgo sempre qualcosa di lavoro, ma fa sempre lavoro individuale per mantenere la sua forma. E noi dobbiamo andare verso l'individualizzazione del lavoro. Bisogna migliorare su questo".
di Mario Lorenzo Passiatore