E’ tra i profili più interessanti che si stanno
mettendo in mostra in casa Lazio, sfruttando al massimo ogni singola occasione
dettata da qualche acciacco dei suoi compagni di reparto o dalle scelte
tecniche di Maurizio Sarri. E’ arrivato in sordina nell’estate del 2022 per poi
prendersi gradualmente la scena. Mario Gila, 23 anni e un trascorso importante
nel settore giovanile del Real Madrid. In queste ora ha rilasciato una lunga
intervista ad AS, parlando del suo ambientamento in casa Lazio e del rapporto
con il tecnico.
"È un allenatore di altissimi livello. Ossessivo e
ambizioso, porta il suo metodo ad un altro livello. È un fanatico
della linea difensiva, gli sono molto grato per tutto quello che mi ha
insegnato. È un po’ superstizioso, anche se nello sport è abbastanza comune.
Con lui possiamo fare grandi cose: gli schemi sono esagerati, sì, ma hanno le
loro varianti. Non è la quantità, è la qualità. Umanamente ha il suo modo di
essere ed è poco comunicativo. Parla in campo, all'inizio per me è stato un po'
difficile, ma mi sono adattato subito, sapevo capirlo".
Dalle parole di Gila viene fuori un dato interessante,
tra le ossessioni di Sarri ci sono proprio i movimenti della fase difensiva e
la copertura degli spazi. "È unico in questo, unico. Funziona
come nessun altro, ve lo assicuro. All'inizio ero un po' perso tra la lingua,
movimenti, di qua, di là, l'uscita della palla a seconda del profilo del
giocatore. È stato molto, molto difficile per me. Ma quando ti adatti, vedi che
la linea scorre da sola, pensiamo tutti allo stesso tempo e ci muoviamo
contemporaneamente”.
Il modo di difendere passa attraverso l’analisi
costante dei numeri e dei dati. “È vero
che difendiamo in campo aperto e questo può farci soffrire, ma copriamo molto
bene gli spazi, misuriamo molto bene i nostri tempi, quindi è difficile per noi
soffrire nello spazio. Ha lavorato molto bene, è molto meticoloso, va al
dettaglio, al centimetro, al millimetro. Il lavoro che ha svolto in tutti
questi anni è da ammirare. Si vede che ha lavorato in banca: numeri, numeri. In
campo lavora con le distanze, con i metri, con le velocità. Guarda molto i
dati, come corri. Alcuni allenatori non gli danno molto peso, ma lui sì. Va
molto in profondità nei dettagli".
di
Mario Lorenzo Passiatore