Gazza e le sue follie. Un personaggio a dir
poco stravagante in grado di vivere senza regole e con poche, pochissime linee
guida. Lo raccontano i suoi ex compagni, lo confermano gli allenatori che hanno
avuto la fortuna di toccare con mano il suo estro. Una carriera piena di colpi
di testa, di situazioni geniali e di momenti di buio totale. In queste ore ha
parlato al podcast di High Performance, raccontando la battaglia contro sé
stesso e la lotta esasperata all’alcol. Adesso, a 56 anni, non è riuscito a
porre fine alle sue dipendenze.
“Ero un ubriaco felice, ora non lo sono più.
Sono un ubriaco triste. Non esco a bere, bevo in casa. La gente conosce Paul
Gascoigne ma Gazza nessuno sa chi sia. Nemmeno io a volte. Continuo a combattere contro l’alcolismo e vivo a casa del mio
agente. Se voglio una brutta giornata, so che se vado al pub lo sarà.
Altrimenti prendo la canna e vado a pescare e so che sarà una bella
giornata. Cerco di non abbattermi perché il mondo è già giù. E quando
sono davvero giù, è allora che prendo un drink per tirarmi su. Non credo di
aver deluso allenatori, giocatori o tifosi. Se c'è stato qualcuno che ho
deluso, quello sono io".
Le riflessioni sulla vita vanno oltre il momento, Gazza ha fatto un
passo nel passato e due nel futuro. “Non ci
vuole molto per piangere. Tengo dentro un sacco di cose, cose che dovrei tirare
fuori ma che ho paura di condividere con le persone. Non credo che crescerò
mai, e la cosa non mi dispiace. Sono orgoglioso di quello che ho dato alla
gente. Ho donato quasi un milione di sterline a 10 diversi enti di beneficenza.
E non mi sono mai arreso. Non lo farò mai: penso che il momento nel quale mi
arrenderò sarà quando sarò in una bara”.
di
Mario Lorenzo Passiatore