E’ morto a 86 anni uno dei
personaggi più influenti del nostro paese. Silvio Berlusconi ha lavorato su più
fronti, senza mai porre limite ai sogni. L’edilizia, la politica, il calcio, il
mondo della comunicazione, le tv. Un’ascesa continua che gli ha permesso di
ricoprire sempre ruoli di primissimo piano e di assoluto rilievo.
L’amore per il calcio nasce a
metà anni ’80. C’era la curiosità di acquistare un club e provare a cambiarne
il corso degli eventi, scrivendo una nuova storia. Il Milan, la squadra con la
quale riuscirà a portare a casa ben 29 trofei. Un autentico visionario nel modo
di investire e di introdurre nuove idee in un settore che sembrava giunto al
suo apice.
In una delle ultime interviste al
Corriere della Sera, Adriano Galliani, storico braccio destro e storico
amministratore delegato del Milan, ha raccontato come nacque l’idea di
acquistare il club. Grazie a un incontro fortuito con l’avvocato Agnelli che
solleticò la fantasia di Silvio.
“Era
il Capodanno 1986 - racconta Galliani.
Sono in vacanza nella villa del presidente a St. Moritz, con Confalonieri e
Dell’Utri. Fa un freddo tremendo, usciamo imbacuccati per andare a prendere
l’aperitivo al Palace e incrociamo il clan Agnelli: l’Avvocato con la camicia
aperta, Montezemolo con il ciuffo, Jas Gawronski elegantissimo, forse Malagò. Al confronto noi sembravamo Totò e Peppino. Condividiamo il tavolo. Alla fine
Berlusconi ci dice: ‘Potremo fare anche noi grandi cose, ma non saremo mai come
loro. Ci mancano venti centimetri di statura e il coraggio di esporre il petto
villoso sottozero’. Qualche giorno dopo ci propose di prendere il Milan”.
di
Mario Lorenzo Passiatore