Calcio Estero
Covid, dalla Premier: “Problemi neurologici, non riuscivo nemmeno a calciare”
11/07/2022
di Redazione
Il calvario del calciatore dei Blues raccontato al sito del Chelsea. Una vicenda che sembrava non avere correlazione con l’infezione: “Cercavo di passare il pallone a dieci metri ma non avevo forza nelle gambe e non riuscivo”
Callum Hudson-Odoi e il Covid, una storia molto particolare anche a distanza di mesi. Il calciatore del Chelsea era risultato positivo a dicembre e dopo diverso tempo ha avuto delle ripercussioni importanti dal punto di vista fisico e mentale. Una situazione che sembrava slegata dal Covid e invece gli effetti erano fortemente correlati.
“È stato un infortunio strano. Era un problema neurologico, avevo un nervo nella schiena che non mi funzionava bene e che mi creava problemi in tutto il corpo, mi rendeva complicato mantenere il tono muscolare. Non avevo potenza nelle gambe, era complicato fare qualsiasi cosa. Cercavo di passare il pallone a dieci metri ma non avevo forza nelle gambe e non riuscivo. Penso che fosse un problema post-coronavirus, ma non potevo crederci perché ce l’avevo avuto a dicembre ed era passato molto tempo”.
L’origine del problema era fortemente localizzato e, in un primo momento, credeva si trattasse del classico infortunio da superare con trattamenti specifici. In realtà il dolore non tendeva a diminuire e ha coinvolto altre parti del corpo. Al punto da comprometterne l’intera stagione. Una serie di reazioni a catena, dovute all’infezione e gli effetti restano fortemente soggettivi, cambiando da individuo a individuo.
“Il problema è cominciato con il tendine di Achille e ho provato a usare altre parti del corpo per evitare di stressarlo. Quindi cercavo di non correre troppo sulle punte perché il mio tendine d’Achille non era abbastanza forte. Ho provato a trovare un altro modo di correre, così ho cominciato ad avere problemi alla schiena. Ora per fortuna va tutto bene, il mio tendine è di nuovo forte così come la schiena. Sono contento di riavere la mia forza e la mia velocità, era tutto quello che volevo”.
di Redazione