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Cicinho: “Bevevo caffè per coprire l’odore dell’alcol”

23/06/2022

di Mario Lorenzo Passiatore

La vita senza regole dell’ex calciatore del Real Madrid raccontata in un’intervista. Una carriera farcita di aneddoti e retroscena bizzarri. “Mi inondavo di profumo e per togliere ogni traccia dall'alito bevevo del caffè. Purtroppo per me è sempre stato molto…”

All’allenamento da ubriaco, con Cicinho anche le cose più bizzarre assumevano i contorni della realtà. Ha avuto un trascorso in Italia, è passato da Roma in tre parentesi diverse, la più corposa dal 2007 al 2010. Il suo rapporto con l’alcol è stato profondo e duraturo. Beveva, beveva tanto durante gli anni da professionista, così ha aggiunto nuovi aneddoti al suo curriculum. Si è confessato in queste ore a Ressaca su EPTV. Tutti i dettagli che ha raccontato riguardano soprattutto il periodo al Real Madrid, un biennio intenso dentro e fuori dal campo con i Galacticos.

 "Se sono mai arrivato al campo di allenamento ubriaco? Devo ammettere che è la verità. A volte è successo. Cercavo però di non darlo a vedere. Mi inondavo di profumo e per togliere ogni traccia dall'alito bevevo del caffè. Purtroppo per me è sempre stato molto facile avere da bere, anche gratis. Non avevo neanche bisogno di pagare perché mi offrivano volentieri un cicchetto quando andavo al ristorante".

Nelle precedenti interviste ha sempre raccontato della sua vita senza regole fuori dal rettangolo di gioco: tra discoteche e alcol. E’ una cosa che nasce in piena fase adolescenziale, ancora prima di mettere piede in Europa e scoprire le distrazioni di Madrid.

"Avevo 13 anni quando ho provato per la prima volta in vita mia l'alcol. E da allora non ho mai smesso. Vivevo in campagna, non ero neanche facilmente rintracciabile dai miei genitori e dalle forze dell'ordine quando uscivo per andare in pizzeria e discoteca. Purtroppo l'alcol è un nemico subdolo perché ti spinge a circondarti di persone che condividono quello stesso stile di vita e ad escludere chi invece magari ti vuole bene e ti chiede di smetterla. E quando ti dicono che quello che stati facendo non è corretto non vuoi sentirlo”.

A distanza di anni ha preso coscienza, ha raggiunto la piena consapevolezza di quanto accaduto e si sente di chiudere quella parentesi al capitolo del passato. Da qualche anno è fuori dal circuito della dipendenza e ha voluto rivolgere le sue scuse

“Poi arrivi di fronte a un muro. E o ti fermi, o ci vai a sbattere. Oggi ho un figlio di 15 anni e gli chiedo scusa. Sempre. Aveva due anni quando avevo problemi con l'alcol. Magari non se ne è neanche reso conto ma in quel momento non ero un buon esempio quindi mi sento di chiedergli scusa".

di Mario Lorenzo Passiatore

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