Storie dell’altro mondo e non solo dal punto di vista geografico,
anche per la portata della notizia. Ritrovarsi in campo con una sorveglianza a
dir poco “speciale”. Può succedere anche a un arbitro che per professione deve
vigilare sulla condotta dei calciatori e dirigere la partita. Siamo in Brasile,
il protagonista della storia è Rhamon da Silva Bandeira, un arbitro infermiere che
ha scontato diciannove mesi di carcere per una rapina.
E’
tornato ufficialmente in campo a 29 anni per arbitrare una partita amatoriale a
Natal in Brasile, ma ha dovuto indossare la cavigliere elettronica per tutto il
match. E non finisce qui, perché per le partite serali servirà un permesso
speciale per consentirgli di arbitrare. Insomma, un nuovo inizio per il giovane
infermiere che si è messo alle spalle una serie di problemi, tra cui anche
quello della droga, come racconta Marca in maniera piuttosto dettagliata,
insieme all’agenzia brasiliana EFE.
"Nel
novembre del 2021, a causa della dipendenza dalla droga. Mi sono
rifugiato in quella che mi sembrava essere la soluzione più rapida per i miei
problemi, ma sono sprofondato ancora di più. Oggi sono libero, posso vivere in
società e mi diverto a fare quello che più mi piace: l’infermiere e l’arbitro". E allora c'è sempre una seconda possibilità, anche dopo un cartellino più pesante di quello rosso.
di
Mario Lorenzo Passiatore