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Polemiche e VAR casereccio, chiede il cellulare a un tifoso: arbitro scortato dalla polizia e...

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 22/03/2023

Una situazione che ha creato grande imbarazzo all’interno del terreno di gioco, scatenando la furia dei calciatori dopo il gol annullato. Doppia beffa per il direttore di gara che ha dovuto lasciare lo stadio scortato dalla polizia. Siamo in Egitto e sembra tutto così surreale

Mai come in questo periodo sono tornate forti le polemiche sull’utilizzo del Var. L’ultimo Inter – Juventus ha scatenato una serie di reazioni a catena per il gol di Kostic. In conferenza, in tv, in radio, sui social, praticamente in loop ovunque. In Egitto si sono superati, la tecnologia serve ed è spesso d’ausilio alla terna arbitrale. A volte però bisogna fare di necessità virtù e adattarsi alle situazioni.

Mohamed Farouk è il nome dell’arbitro egiziano che si è ingegnato per risolvere una questione un po’ ingarbugliata nella gara di seconda divisione tra Suez e Al Nasr. Arriva il gol del potenziale pareggio da parte dell’Al Nasr, ma qualcosa va storto. Fermi tutti, forse il gol non è regolare perché sarebbe viziato da un fallo di mano. E allora il direttore di gara ha chiesto a un tifoso di rivedere il replay dell’azione controversa. Una situazione davvero inusuale che ha lasciato senza parole i giocatori in campo.

Mano, niente gol e via alle polemiche. Il VAR improvvisato ha scatenato l’ira dei calciatori che non si aspettavano una cosa del genere. L’arbitro si è tolto ogni dubbio, ma poi è arrivata la decisone della Federazione subito dopo il triplice fischio che ha sospeso tutto lo staff arbitrale per un periodo indefinito.

"Il comitato ha deciso di indagare sull'episodio quando Mohamed Farouk, l'arbitro della partita, ha utilizzato un telefono cellulare per rivedere le riprese degli eventi della partita" – è una parte della nota della Federazione. Il direttore di gara ha lasciato lo stadio scortato dalla polizia, in un clima non proprio amichevole, tra le recriminazioni dei giocatori dell’Al Nasr. Tutta colpa di un telefonino.

di Mario Lorenzo Passiatore

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