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La storia di Kemal, tifoso milanista superstite di Sarajevo

di Lorenzo Di Lauro

Foto di Pixabay - Wikimedia Commons

Pubblicato il 12/04/2022

Nato nel 1992 durante i bombardamenti di Sarajevo, il piccolo Kemal ha dovuto fare i conti alla tenera età di 25 anni con un grave tumore. A salvarlo è stata la sua grande forza di volontà, oltre ad una passione sconfinata per il calcio

Kemal Keshan è uno dei tanti bimbi bosniaci che si trovò impelagato, suo malgrado, nei bombardamenti di Sarajevo. Un’esplosione gli ha fatto perdere nello stesso momento la madre e una gamba a soli 4 mesi: a salvarlo è stato il celebre inviato e giornalista Toni Capuozzo, che ha permesso che gli venisse applicata una protesi. Il piccolo Kemal è cresciuto a Milano fino all’età di cinque anni, quando venne riaffidato al suo padre naturale in Bosnia da un tribunale dei minori.

Con il tempo il bambino dimenticò rapidamente l’italiano, ma gli rimase impressa la forte passione per il calcio, che cominciò a praticare per gioco fin da piccolo. Divenne infatti un acceso tifoso rossonero, esattamente come Toni, non facendo mai mistero della propria fede sui social. Tuttavia, a soli 25 anni, la sua vita ha rischiato ancora una volta di prendere una piega imprevista, a causa di un linfonodo malato che ha minacciato seriamente i suoi reni.

Per poterlo operare sarebbe stato necessario arrivare in Italia: il padre adottivo Capuozzo ha lanciato numerosi appelli sui social perché la storia di Kemal fosse conosciuta da più gente possibile. Alla fine il ministro Lorenzin ha approvato il rientro in Italia del ragazzo per eseguire il delicato intervento che è andato a buon fine. In quei giorni il giovane bosniaco ha rilasciato alcune dichiarazioni a Panorama, ribadendo la sua fiera appartenenza ai colori rossoneri.

“Grazie a tutti di cuore! Non mi merito tanto clamore, ma combatterò quest’operazione molto difficile, pensandovi. Pregherò per ognuno di voi che mi ha pensato! E forza Milan!"

In occasione di uno speciale televisivo sul trentennale dei bombardamenti di Sarajevo, proprio Toni Capuozzo è tornato in Bosnia dove per tanti anni è stato inviato. In quest’occasione ha anche festeggiato i 30 anni del suo figlio adottivo. Durante la festa a sorpresa gli ha fatto il regalo più gradito che potesse attendersi: una maglia rossonera, che Kemal, dopo aver baciato lo stemma, ha prontamente indossato. Il meraviglioso rapporto tra Capuozzo e il figlio adottivo è maturato anche nel segno del tifo calcistico, e non è stato scalfito dalla distanza e dal tempo. Da guarito, Kemal ora potrà continuare ad indossare i colori della sua squadra del cuore.

di Lorenzo Di Lauro

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