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Esclusiva Calcio Totale, Bogdani: “Quando mi sono laureato ho realizzato il sogno di papà”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 06/01/2022

Abbiamo intervistato l’ex calciatore di Reggina, Siena e Cesena nella rubrica Viaggi Amarcord” su Instagram. Erjon, il bomber laureato che ha percorso lo stivale in lungo e in largo, segnando ovunque. “Sono orgoglioso di mamma e papà. Mi dicevano sempre: prima la scuola, poi tutto il resto”

Era un bambino quando è arrivato in Italia per la prima volta. Erjon è approdato da rifugiato con sua mamma a Castellammare di Stabia e poi a Roma, accolti dal prete Don Paolo Cecere. Una figura talmente importante che sarà lui a celebrare diversi anni dopo il matrimonio con Rossella, avvocatessa salernitana. La sua carriera sportiva comincia a Tirana, quindi la Dinamo Zagabria per due anni e la Reggina in A. Sarà infatti il presidente Lillo Foti ad assicurarsi l’attaccante albanese. L’Italia è diventata ben presto la sua seconda casa, Erjon ha fatto gol ovunque: da Salerno a Verona, fino a Siena, Livorno e Cesena. Eppure nella sua vita il calcio non era una priorità assoluta, è cresciuto in una famiglia dove la scuola veniva prima di tutto. “Mamma insegnava storia e papà era professore di matematica. Con me e mio fratello gemello sono stati subito chiari. Ho imparato e a scuola ho sempre avuto un buon rendimento”.

La passione per il calcio era cosa nota, ma la possibilità di entrare in una scuola calcio nacque un po’ per caso. Papà era tanto rigido e non voleva altre distrazioni, oltre al percorso scolastico. “Un giorno, un signore chiese a mio padre di portarmi in una squadra di Tirana, la più forte del paese. Papà mi disse: ‘Ok, però se non vai bene a scuola torni subito a casa e lasci il calcio”.

Eppure c’è stato un momento in cui Bogdani ha dovuto abbandonare il sogno: niente allenamenti, niente partite. Fortunatamente un’altra figura vicina a lui ha fatto di tutto per farlo tornare in campo. “Avevo 14-15 anni, non riuscivo a superare due esami e papà decise di non farmi più allenare. Ho pregato mio nonno affinché parlasse con lui. Nonno era molto tifoso della squadra dove giocavo e allora riuscì a mediare. Grazie a lui sono tornato ad allenarmi nuovamente con i miei compagni”.

Non è stato affatto semplice, ma alla fine è riuscito a realizzare il sogno dei suoi genitori che speravano un giorno di veder concludere il percorso di studi. “All’università i primi due anni ho seguito le lezioni. Gli altri due no perché ero in Croazia per il calcio. Fortunatamente, in Albania c’era una legge che permetteva ai giocatori albanesi di fare gli esami senza frequentare. Mi sono laureato in Economia e Commercio, quel giorno ho realizzato il sogno di papà. Mi diceva sempre: ‘Erjon, prima la laurea e poi tutti il resto’. Il resto era il calcio. Alla fine ce l’ho fatta, sono contento di averlo reso orgoglioso sia per la scuola che per la mia carriera nel calcio. E io non posso che ringraziarlo”. Erjon, il bomber laureato che sapeva fare gol.

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