E’
passato per due anni dall’Italia indossando la maglia della Juventus. Un trascinatore
vero in grado di esaltare anche le caratteristiche dei compagni. Resta il
magone per quella Champions sfiorata, quasi accarezzata con i bianconeri contro
il super Barcellona di Messi, Suarez e Neymar nel 2015. Un leader tecnico e
caratteriale che tanto manca alla Juve di Massimiliano Allegri.
L’Apache ha
rilasciato un’interessante intervista a La Gazzetta dello Sport parlando di
passato e soprattutto di quello che potrebbe accadere in futuro. Adesso fa l’allenatore
e guida l’Independiente di Avellaneda, con il sogno un giorno di tornare in
Italia.
“Ho fatto
un’ottima carriera da giocatore, vorrei riuscirci anche da allenatore. Mi piace
un sacco e non pensavo mi potesse appassionare così tanto. Penso molto
all’Italia, chi lo sa se in futuro ci sarà occasione. Mi ispiro a Conte per la
passione e l’ossessione per la vittoria, da Bielsa ho preso l’attenzione ai
dettagli e da Ferguson mi porto la grande calma nella gestione del gruppo. Ma
di bravi ne ho avuti tanti, penso a Mancini e Allegri. Se ne devo dire uno però,
scelgo Antonio".
La storia
di Tevez alla Juve si intreccia con quella del Milan di Galliani: l’allora
amministratore delegato dei rossoneri venne immortalato a cena con il
procuratore dell’attaccante argentino. Poi l’affare saltò e si inserì la Juve.
Ma in futuro, mai dire mai.
"Dovevo
andare al Milan, ma non dipese né da me né da Galliani. C’è sempre stata stima
e molto rispetto. Poi ogni volta che giocavo col Milan facevo benissimo. La
Juve si mosse bene, un po’ anche in segreto e riuscì a prendermi. Chissà però
che le strade col Milan non si possano incrociare di nuovo. Magari da tecnico”.
di
Mario Lorenzo Passiatore