Tre anni a Madrid, otto all’Arsenal, un giocatore
speciale che ha costruito la sua carriera sulla creatività e la fantasia. Il
Mago, Mesut Ozil si è ritirato in questi giorni a 34 anni. Un vero peccato,
quello che ha fatto vedere all’apice della sua carriera è stato davvero
incredibile. Ha trionfato con la Germania nel 2014, vincendo un Mondiale da protagonista,
l’unico grande rimpianto resta quello di non aver vinto mai la Champions League.
Il ciclo Real è cominciato subito dopo il suo addio ai
Merengues. Una cessione che fece parlare di sé per una serie di scontri con il
presidente Florentino Perez. Ozil non è sempre stato un professionista
esemplare, ma in campo era un piacere vederlo giocare.
Ha rilasciato
una lunga intervista a Marca e ha spiegato uno degli snodi più importanti della
sua carriera. Quando il Werder Brema doveva cederlo si paventarono due
possibilità: il Barcellona e il Real Madrid. A spuntarla fu il Real,
grazie alla mediazione e al costante lavoro diplomatico di Mourinho. Invece Guardiola,
non fece nulla per ingolosirlo, anzi non riuscì neppure a scambiare due parole.
"Avrei dovuto scegliere tra loro e il Barcellona e alla fine
non era una questione di soldi. Non so se sia noto, comunque fu Mourinho a fare
la differenza. Mi fece fare una visita al Bernabeu, mostrandomi tutti i trofei
che avevano vinto, una cosa che mi ha fatto venire la pelle d'oca. Molto meno
entusiasmante la visita a Barcellona, la cosa più deludente è stata sapere che
Guardiola non si fosse preso la briga di incontrarmi. E dire che il loro stile
di gioco mi piaceva molto e che mi sarei immaginato con loro, ma il Madrid ha
fatto davvero di tutto”.
Il peso e la personalità di Mou e il periodo a Madrid
che ha segnato in maniera determinante la sua carriera. “Mourinho è stato il fattore più importante a convincermi che la
decisione era chiara, madridista al cento per cento. La trattativa tra le
società fu dura, il Werder però non mi voleva perdere a zero e per questo ho
sempre creduto nel trasferimento. Quando sono arrivato a Madrid ho vissuto
un'esperienza mai provata prima: così tanti fotografi e giornalisti concentrati
solo su di me. Ero molto nervoso, ma è stata una giornata speciale. Nessun club
è come il Real Madrid quando c'è da fare presentazioni. E i tifosi sono
incredibili, anche dieci anni dopo continuo a ricevere affetto".
di
Mario Lorenzo Passiatore