Una vita
nella Juve, dal settore giovanile fino alla prima squadra, con la parentesi di
un anno con la maglia dell’Empoli. Poi il ritorno alla base e la consacrazione
con i bianconeri. Il sogno di qualsiasi tifoso nato a Torino con i colori della
Juve nel sangue.
Professionista,
uomo di poche parole all’interno dello spogliatoio ma sempre da esempio per i
più giovani. Eppure, qualche marachella l’ha fatta anche lui, come ha
raccontato ai microfoni di Radio Serie A. Difficile dire di no alle serate
universitarie e al rientro bisognava trovare un escamotage per non farsi scoprire dai senatori del gruppo.
"È vero, è
capitato qualche volta di dormire nel parcheggio del centro sportivo, ma
succedeva solo quando le sere prima c'erano le feste universitarie e quindi non
avrei fatto in tempo ad andare a casa e a tornare in tempo per l'allenamento.
In una di quelle sere conobbi mia moglie. Del Piero quando mi vide nel
parcheggio si complimentò per il fatto che fossi già lì e non gli dissi mai la
verità.
La prima volta
che lo vidi era sul pullman mentre stava andando alla partita. Il mio inizio è
stato un po' tra salite e discese con gare fatte tra la prima squadra e la
Primavera. Quando arriva l'opportunità bisogna essere pronti a coglierla e
quando mi mandarono in prestito all'Empoli dopo un primo momento di sconforto
capii che dovevo ripartire con una carica pazzesca. Con l'arrivo di Antonio
Conte è iniziato a crearsi davvero quello che è il gruppo."
di
Mario Lorenzo Passiatore