Un pezzo di vita con la maglia nerazzurra.
Evaristo Beccalossi, storico centrocampista dell’Inter ha raccontato in queste
ore dalle colonne del Corriere della Sera, una serie di aneddoti curiosi che lo
legano proprio al suo vecchio club.
Ha avuto un rapporto complicato con le
multe e spesso fioccavano durante i ritiri. C’erano delle regole ferree ed era
abbastanza usuale trovarsi dalla parte sbagliata. A proposito di sanzioni, ha
raccontato quando il tecnico Bersellini lo trattenne in ritiro, per punizione.
E che spavento ritrovarsi un pistola alla tempia. “Restammo io, lui e il preparatore. Uscivo in cerca di cibo,
oliavo la porta della cucina, perché non cigolasse. Ma una sera mi ritrovo una
torcia e una pistola puntate addosso: era il custode, ma che spavento".
Una volta
esagerò, finse un infortunio per scoprire il mondo delle corse.
Monza e la Formula 1 hanno sempre avuto un fascino particolare nel cuore degli
sportivi. Arrivò un’altra multa sul tavolo.
"Sì, ma almeno per un paio ne valeva la pena. Ho
detto che avevo un dolorino e sono andato a Monza per conoscere il mio idolo
Villeneuve, sono entrato nella sua Ferrari, ho pranzato con lui. I motori erano
la mia passione, ho anche incontrato Enzo Ferrari: accanto a questo omone con
gli occhiali scuri e un alone di carisma c’ero io, coi capelli alla
Cocciante/Branduardi. Mi vengono ancora i brividi".
L’ultima sanzione è da attribuire al mondo delle due
ruote. "Ero
al Giro d’Italia nell’ammiraglia che seguiva il mio amico Visentini: pioveva e
dovevo controllare i numeri dei corridori, che li nascondevano".
di
Mario Lorenzo Passiatore