Calcio Totale Racconta
Ancelotti e il messaggio per Sacchi: 'Vinci se hai i campioni non...'
15/11/2022
di Lorenzo Di Lauro
L’allenatore emiliano è stato recentemente ospite della trasmissione “Che tempo che fa” di Fabio Fazio, ripercorrendo aneddoti della sua carriera e svelando alcune sue peculiarità inedite. E non è mancata una frecciatina al calcio champagne…
Carlo Ancelotti sta vivendo uno dei migliori momenti della carriera alla sua seconda esperienza a Madrid. Dopo la vittoria di campionato e Champions, quest’anno i Blancos lottano di nuovo per vincere tutto, anche se per ora devono rincorrere il Barcellona in Liga. A partire da gennaio gli impegni si infittiranno ulteriormente, con Supercoppa spagnola e Mondiale per club che costituiscono due ulteriori obiettivi su cui puntare.
“NIEDHOLM? HO SEMPRE APPREZZATO LA SUA IRONIA”
Intervistato da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, Ancelotti ha ripercorso alcune tappe della sua lunga carriera da giocatore e allenatore, e attraverso le testimonianze dei figli sono venute fuori alcuni aneddoti non molto conosciuti dal pubblico, come la sua passione per il canto. Alla domanda sul giocatore più forte da lui allenato, il tecnico non ha saputo rispondere sulla questione attaccanti:
“Tra quelli che ho allenato sicuramente Paolo (Maldini), ma posso dire anche Ronaldo, CR7, Ibrahimovic, Drogba, Benzema, Vinicius… Tra i miei compagni potrei dire Van Basten, che è stato un grandissimo, Baresi o Maldini.”
Quando è arrivata la fatidica domanda sui modelli da allenatore, Ancelotti ha confermato la sua grande simpatia per Nils Liedholm, mandando anche una frecciata alla filosofia di Arrigo Sacchi.
“E’ stato un allenatore che a livello caratteriale mi ha impressionato per la sua calma, per la sua ironia e la sua tranquillità, ma era anche molto simpatico. Poi Sacchi, che a livello tecnico è stato un innovatore anche se oggi posso dire che è meglio vincere giocando male e che per avere successo è fondamentale avere grandi giocatori più che un grande allenatore. Con giocatori scarsi non vinci.”
D’altronde Ancelotti non si è mai contraddistinto per un gioco spettacolare, ma per essere riuscito ad esaltare al meglio le qualità dei singoli anche nei momenti complicati. Alla domanda finale del conduttore sul suo futuro, l’allenatore è stato chiarissimo: “A Madrid si vive benissimo!”
di Lorenzo Di Lauro
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