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Pasqualin sul nostro movimento: “Un italiano ogni dieci accostato ai nostri club. L’errore di Spalletti…”

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto di Dal web

Pubblicato il 14/07/2024

Il noto operatore di mercato ha analizzato il momento della nazionale e la politica dei nostri club negli ultimi anni. Su Spalletti poche responsabilità, ma un errore “evidente” da quando è arrivato in azzurro. “Noi non abbiamo i centri federali che hanno in Francia o in Spagna. E poi fateci caso: parlando di mercato…”

E’ il giorno della finale dell’Europeo, l’ultimo atto tra Spagna e Inghilterra. Eppure si continua a parlare della cocente eliminazione degli azzurri contro la Svizzera. Quattro partite senza una reale identità di squadra, il gruppo di Spalletti ha faticato davvero con tutti. In queste ore ha parlato ai microfoni di TMW l’avvocato Claudio Pasqualin che opera ormai da diversi anni nel mondo del calcio. Non ha evidenziato grandi responsabilità in capo al commissario tecnico, ma ha sottolineato un errore importante per non essersi calato subito nella nuova realtà.

“È un rammarico relativo perché già in partenza le previsioni non potevano essere entusiaste. A guardare la qualità dei nostri convocati, senza colpe per il selezionatore che però si è dimostrato più allenatore e meno CT, non potevamo andare lontano”.

Yamal e Williams sono i due gioielli della Spagna che si sono messi in mostra anche grazie a un impianto di squadra solido e collaudato. Un mix di giovani, giovanissimi e gente esperta che ha aiutato tutto il gruppo a crescere velocemente. Ma esistono talenti made in Italy come Yamal? Per Pasqualin sembrano esserci pochi dubbi e poi ha rilevato una criticità importante dei nostri club.

“Non ne sono nati. Ho sempre detto che Del Piero è merito di papà Gino e mamma Bruna, i geni fanno la differenza. Noi non abbiamo i centri federali che hanno in Francia o in Spagna. E poi fateci caso: parlando di mercato si sente parlare di improbabili calciatori stranieri. Ma cosa hanno questi nomi esotici rispetto ai nostri? L’istituzione latita per convenienze politiche. Sui giornali tra i nomi accostati al mercato c’è un italiano ogni dieci”.

di Mario Lorenzo Passiatore

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