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Pecci e l'aneddoto su Maradona: 'Era il mio elettricista'

di Claudio Ruggieri

Pubblicato il 01/02/2023

L'ex centrocampista di Bologna e Napoli, che ha vissuto un anno da compagno di squadra di Maradona, ha raccontato un aneddoto curioso sul Pibe de Oro e di una televisione...

“Tocala un pochito indietro”. Un istante prima Eraldo Pecci, compagno di squadra di Diego Armando Maradona, aveva consigliato il numero 10 del Napoli: “Diego, la barriera è troppo vicina, la palla non passerà mai”. Poi però succede l’impossibile, l’imponderabile. Accade che la palla sorvola tutta la barriera e si infila in rete nonostante il tentativo disperato di Tacconi, portiere della Juventus.

Era il 3 novembre 1985, al San Paolo si giocava Napoli-Juventus, finì uno a zero a favore dei partenopei grazie al famoso calcio di punizione di Diego Armando Maradona. Accanto a lui, appunto, Eraldo Pecci. Che giocò con El Diez solo un anno, prima di tornare a Bologna. L’ex calciatore italiano, in un’intervista rilasciata a Il Foglio, ha rivelato un curioso aneddoto su Diego Armando Maradona.

“Suonano alla porta, apro, è Diego. In mano ha un televisore. Mi fa: Eraldo, questo è per te. E io: grazie Diego, sei gentile, ma non saprei come farlo funzionare, non me intendo, se provo a mettere la spina nella presa ci resto secco. Ci penso io, mi fa Diego. Entra e col televisore in mano si avvicina ad un mobile, lo appoggia sopra, si stende a terra, individua la presa della corrente, traffica con i fili per mezz'ora, mentre gli dico: Diego, grazie, fa niente, dai, andiamo a cena, lascia perdere.

E lui scuote la testa e continua ad armeggiare con i fili, preme il telecomando, orienta l'antenna. Poi si alza e zac. Il televisore si accende. Non so come ha fatto, ma l'ha fatto. Hai capito perché a chi mi chiede chi era Maradona io rispondo che era il mio elettricista?”.

In quella stagione il Napoli arrivò terzo, lo Scudetto lo vinse proprio la Juventus, ma fu il preludio per la grande vittoria del campionato nell’anno successivo con i partenopei che riuscirono a vincere il loro primo Scudetto. Un rimpianto per lo stesso Pecci però non ha nessun rimpianto.

“No, nessun rimpianto, quell’anno dovevo tornare a Bologna per motivi familiari. Mi dispiacque molto lasciare Napoli, avevamo chiuso il campionato al terzo posto, eravamo un bel gruppo, affiatato, era nata la squadra che l’anno dopo avrebbe vinto lo Scudetto”.

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