Calcio Estero

Sterling attacca Guardiola: “All’epoca ero furioso, non aveva più senso”

21/08/2022

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto: Flick - Wikimedia Commons

Il giocatore del Chelsea ha parlato della sua ultima esperienza con la maglia del City, raccontando una serie di aneddoti con il suo ex allenatore e i motivi che lo avrebbero spinto ad accettare la cessione. “Ci sono state un sacco di cose che sono successe, molte ragioni per cui è andata così, ma non mi sono lamentato ed ero…”

Sterling – City è una storia che non è finita benissimo, la cessione del calciatore inglese è stata la miglior soluzione per lui e per il club. I rapporti con Pep Guardiola erano ormai compromessi, come ha evidenziato in un’intervista a Sky Sports UK. In estate il trasferimento al Chelsea per 56 milioni di euro, Tuchel l’ha cercato, ha captato la possibilità di ingaggiarlo e con la nuova proprietà hanno completato l’operazione. A distanza di un mese e mezzo il calciatore ha parlato della sua ultima esperienza, facendo riferimento ad alcuni screzi avuti con l’allenatore catalano.

"Tutti quanti vogliono sentirsi desiderati e il calcio non è diverso. Quando giochi dando tutto, sacrifichi alcuni dei compleanni dei tuoi figli e poi vieni trattato in una certa maniera, è deludente. All'epoca ero arrabbiato, furioso, ma ora è andato, è il passato, e mi voglio concentrare sul presente, che è quei al Chelsea, dove ho l'opportunità di nuovo di mostrare il mio talento”.

Sterling ha proseguito raccontando ulteriori dettagli della vicenda. Non si sentiva più al centro del progetto tecnico e spesso era coinvolto nelle rotazioni di Guardiola. Era subentrata una certa rassegnazione e così ha preferito guardarsi intorno e accettare la decisione del club.

“Ci sono state incomprensioni e un contratto che stava per scadere. È un peccato come sia finita, perché mi sono divertito molto lì. Ci sono state un sacco di cose che sono successe, molte ragioni per cui è andata così, ma non mi sono lamentato ed ero pronto alla sfida. Ma come avete visto, nonostante alcune delle mie prestazioni, non riuscivo a ritagliarmi un posto fisso da titolare, non aveva senso combattere una battaglia che non potevo conquistare".

di Mario Lorenzo Passiatore

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