Serie A

Sarri critico: 'Vedo partite della Primavera e mi vien da ridere. L'apparenza...'

17/10/2022

di Claudio Ruggieri

Una bella intervista del tecnico della Lazio in cui parla della sua passione per il calcio ma lancia anche un grido d'allarme. Secondo Sarri ci sono diversi problemi che non aiutano il calcio in questo momento.

Una lunga intervista quella rilasciata da Maurizio Sarri all'emittente svizzera RSI. Il tecnico della Lazio come sempre non è mai banale, parla di calcio e della vita a 360° gradi, quando c'è da dire una cosa spesso la dice senza peli sulla lingua. Ed anche in questo caso ha lanciato divere problematiche che riguardano il calcio in questo attuale momento, in primis l'enormità di match da disputare.

"Il calcio ha bisogno di essere salvato da se stesso e dalle proprie istituzioni, si sta andando su una strada in cui è impossibile proporre la bellezza. Con 60/70 partite l’anno è chiaro che non ci si allena più e produrre uno spettacolo divertente è sempre più difficile. Siamo in una fase in cui questo sport è vissuto come business, mentre è diventato business quando era vissuto come uno sport. 

I soldi nel calcio, come nella vita, ti aiutano. Poi la felicità è un’altra storia. Cifre immorali? Immorale è il mondo attuale sotto tanti punti di vista. Un attore che prende 30 milioni per un film è immorale, ma probabilmente il ritorno economico li giustifica. Io lo ritengo ingiusto, ma anche questo fa parte del mondo che viviamo attualmente. Il mio lavoro precedente? I manager che vedo nel calcio, in un’azienda normale, sarebbero licenziati dopo pochi mesi. Aver fatto parte di un altor mondo, dove ti devi scannare per aprirti una strada, aiuta sicuramente". 

Sarri spesso è stato criticato per il suo abbigliamento in campo. Lui in panchina è sempre in tuta, lontano dagli allenatori che vanno in panchina in giacca e cravatta. E lo spiega bene criticando anche gli allenatori dei settori giovanili che spesso vestono in un modo diverso da chi dovrebbe stare in campo.

"Io a volte vedo partite della primavera, giocate in campi improbabili, con gli allenatori con la divisa sociale e mi scappa da ridere. Facciamo un lavoro da campo, non vedo che ci sia di strano andare in tuta. È la cosa più naturale del mondo. Quando lavoravo in finanza andavo in giacca e cravatta, ma in campo vado in tuta. La ritengo la cosa più naturale del mondo. Apparenza? Non è il calcio ad essere andato in quella direzione, ma il mondo. Purtroppo conta molto di più, ma è ridicolo".

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