Aggiustatore o forse normalizzatore. Perché la Roma ha
bisogno di quotidianità, di routine e serenità. E Claudio Ranieri sarà l’uomo degli equilibri per traghettare la
squadra fino al termine della stagione. L’usato sicuro che conosce vita, morte
e miracoli di Trigoria. Dopo due esoneri, i Friedkin non hanno voluto rischiare
su un profilo estero, tra periodo di ambientamento e rapporto con i calciatori,
una scelta "non italiana" avrebbe compromesso un’altra fetta di campionato.
C’è paura di sbagliare ancora e di non poter più porre
rimedio nel breve periodo. Anche se i discorsi della proprietà sono un po’ più
ampi e vanno oltre il 2024. Un altro che ne esce sfiduciato dalla scelta dell’allenatore
è certamente il direttore Ghisolfi che non avrebbe avuto il giusto peso nella
conclusione dell’affare col tecnico.
Sarebbe stato l’ex Juve Fabio Paratici a consigliare la pista
italiana ai Friedkin, insomma una forma di consulenza esterna che potrebbe
trasformarsi in futuro in qualcosa di più solido. Quella con Ghisolfi è una
storia iniziata da poco e che rischia di essere già al capolinea.
La proprietà mira a una vera e propria rivoluzione di
novembre, i cui effetti potrebbero vedersi già nel prossimo mercato di gennaio.
Tanti giocatori rischiano di essere tagliati nella sessione invernale e altri a
giugno. L’obiettivo principale è onorare al massimo la stagione e tirarsi il
prima possibile fuori dai guai. Fonti vicine all’ambiente romano parlano di sette
calciatori in odore di addio, praticamente uno spogliatoio da ricostruire.
di
Mario Lorenzo Passiatore