Ivan Juric è fortemente in discussione, l’ultima
sconfitta contro il Verona ha riaperto il dibattito in casa Roma circa il
futuro del tecnico giallorosso. C’è voglia di dare una nuova scossa interna per
scuotere l’ambiente e i calciatori. L’esonero di De Rossi ha sortito l’effetto
contrario e l’approdo di Juric non ha generato energie positive. La proprietà è
tutto tranne che contenta per il rendimento della squadra in campionato. A
incrementare questo momento di crisi è la velocità opposta con cui viaggia la
nuova Lazio di Baroni, perfettamente integrata con le richieste del suo
allenatore.
I Friedkin avrebbero in testa due nomi: uno low cost e
l’altro con uno stipendio decisamente più oneroso. L’identikit del primo
corrisponderebbe a Paulo Sousa, già in Italia sulle panchine di Fiorentina e
Salernitana, attualmente tecnico dello Shabab Al-Ahli. Il secondo nome che
circola è quello di Roberto Mancini, fresco di rottura con la nazionale saudita
e voglioso di intraprendere una nuova avventura in Europa.
Ma qui la situazione cambia perché il Mancio non
viaggia sulle stesse cifre di Sousa e punterebbe a un progetto a medio lungo
termine. Stuzzica l’ipotesi Ranieri come traghettore fino al termine della
stagione: costa poco e conosce la piazza. L'ultima idea è il ritorno a casa di Vincenzo Montella, attualmente il tecnico campano ha un contratto con la nazionale turca e servirebbero idee allettanti per riportarlo a Roma. E Allegri? Sulla possibilità di Massimiliano Allegri nella capitale, Giovanni Galeone,
grande amico del tecnico livornese ha smentito seccamente, ma resta forse il nome più altisonante per ridare equilibrio a una piazza che vive costantemente in balia degli eventi.
“A Roma ci va solo per i cavalli, non è neanche una squadra per
lui. La scorsa settimana l’ho anche sentito meno voglioso di ricominciare”. Poi ha detto la sua sul Napoli e su Antonio Conte, reduce dal pesante ko contro
una super Atalanta. “Conte deve
ricostruire e lo sa, ero convinto che il Napoli avrebbe fatto benissimo contro
il Milan, a livello di gioco però deve migliorare molto. Secondo me Antonio
Conte è riuscito a trasmettere la sua idea di calcio non più del 40%, poi ha
cambiato in corsa anche il suo credo tattico. Ora gioca con 4 dietro quindi
deve ancora lavorarci”.
di
Mario Lorenzo Passiatore