Ha toccato tanti punti
interessanti del calcio italiano. Cesare Prandelli, ex commissario tecnico
della nazionale, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport.
Ha parlato del nostro movimento e dei settori giovanili. Cosa va, cosa non va e
tutto quello che bisognerebbe cambiare, a partire da alcune abitudini dei formatori.
“Forse
i fenomeni saranno ancora all’estero per alcuni anni, eppure il calcio italiano
tanto bistrattato ha dimostrati di poter competere ad alto livello. Il
materiale c’è. Da quando abbiamo cominciato a dire che tatticamente eravamo i
più bravi del mondo. La tattica
va bene, ma non basta. Io fino ai 15 anni la abolirei. Si dice che non abbiamo più
cannonieri: ma come sono cresciuti? A 7-8 anni gli si chiede di fare la sponda,
di fare l’appoggio. L’area di rigore deve essere la loro casa. Se non alleni il
talento, lo perdi”.
L’ex CT della nazionale ha
elogiato il lavoro del Napoli e di Luciano Spalletti. Il vero capolavoro del
2023. “Dovrebbe
esserci una legge che obbligasse il Napoli a vincere lo scudetto una volta ogni
3-4 anni. È stata una festa così bella da aver coinvolto tutti. Se la squadra rimane così, può
arrivare anche in finale di Champions. Spalletti ha creato qualcosa di
irripetibile. Ma se arrivassero richieste irrinunciabili, hanno dimostrato di
saper scegliere le persone giuste per mantenere competitività”.
Il
caso Maldini e l’addio al Milan. Una decisione drastica e improvvisa presa dal
presidente Cardinale che ha scelto di cambiare politica e strategia. Via una
leggenda dalla dirigenza insieme a Massara.
“Una
bandiera che ha riportato lo scudetto e non trova l’accordo sorprende. Bisogna capire che cosa
vogliono questi che sono fondi d’investimento. Ricordiamoci che vogliono
guadagnare. Sulla Juve dico solo che a livello d’immagine per il calcio
italiano non è bello, però esistono le regole e vanno rispettate”.
di
Mario Lorenzo Passiatore