Piqué non
ha mai avuto problemi a esporsi pubblicamente e a dire il suo pensiero. A costo di
mettersi in posizione mediaticamente scomode: dalla politica allo sport ha
sempre avuto un filo diretto con i giornalisti. In queste ore, l’ex calciatore
del Barcellona è stato intervistato dai media spagnoli sulla nota vicenda
Superlega.
Pochi
dubbi e tante, tantissime cose da rivedere in base al progetto iniziale. Piqué
ha una visione diversa rispetto a quanto si era prospettato negli ultimi anni.
L’ex difensore blaugrana intende tutelare due aspetti: il merito sportivo e le
squadre medio – piccole.
"La
Superlega? Sì, ma diversa, perché la Superlega è un campionato chiuso e su
questo sono contrario. Una Superlega da 14, 16 o 30. Sono tante le squadre che
rimarrebbero fuori: marchi come Aston
Villa, West Ham, Betis, Siviglia, Roma. Il valore di tutte quelle squadre
diventerebbe zero. E questi campionati non esisterebbero più”.
Dunque,
contrario alla Superlega così come è stata concepita e ideata, ma con eventuali
modifiche le cose potrebbero nuovamente cambiare. “Alla
fine le grandi guadagnerebbero molto valore, ma distruggerebbero una parte
importante del calcio che sono squadre magari di secondo livello ma che hanno
una grande massa di tifosi e che alla lunga andrebbero a sparire. Se riduci il
calendario continui a gareggiare e il tuo futuro dipende dai risultati che si
hanno. Il merito sportivo deve prevalere ed è per questo che sono contrario
alla Superlega, ma penso che il calendario debba essere cambiato".
di
Mario Lorenzo Passiatore