Calcio Totale Racconta
Nel ricordo di Diego, tutti i rituali antisfiga di Maradona
25/11/2024
di Mario Lorenzo Passiatore
Nel giorno dell'anniversario della morte di Diego abbiamo ricordato i momenti chiave prima di una gara. Una serie di consuetudini per scacciare via la malasorte e portare dalla sua l’energia positiva. Un mix di “preghiere” e superstizioni, una sorta di procedura da seguire sotto il tunnel e in campo.
Vedi Napoli e poi sogni. Il posto dove cielo e mare si incontrano come sacro e profano si mischiano nella vita di tutti i giorni. Religione e scaramanzia, la linea di confine è talmente sottile che diventa spesso la stessa cosa e si confonde con le abitudini della città. Scene ordinarie vedere l’icona di un santo vicino a un talismano portafortuna, quasi a voler dar forza all’idea, al concetto, al desiderio.
Quando Diego ha messo piede a Napoli ha sconvolto il 90% del tessuto sociale, mai così unito e coeso dall’amore incondizionato per il suo nuovo re. Uno sguardo al cielo e una mano in tasca, ognuno prova a fare il suo per quel personaggio a tratti mistico, non solo per le emozioni che ha saputo regalare in campo. Anche per la forza con cui ha saputo distogliere la mente dai problemi, quelli veri. Sono tanti gli sportivi che hanno vissuto la scaramanzia come un vero manuale da seguire in maniere cervellotica, quasi asfissiante. Dall’outfit, agli indumenti intimi, fino ai colori e ai lacci delle scarpe.
C’è chi lo dice e chi mente, perché il fatto di entrare nel loro mondo è già una violazione del codice della fortuna. Il rischio di renderlo pubblico è che poi potrebbe sortire l’effetto contrario o perdere quell’energia magnetica in grado di soffiare dal verso giusto.
Tra Napoli e Nazionale, tutti gli
step antisfiga
Il primo
frame di Maradona è sotto il tunnel del San Paolo in prossimità degli scalini,
dove amava sfiorare le immagini sacre presente sulle pareti: le ultime
raccomandazioni prima di entrare in campo per fare sul serio. Il cielo e le
entità divine chiamate a schierarsi verso una fazione piuttosto che un’altra,
per supportare le gesta del campione. Le icone furono rimosse e poi aggiunte
nuovamente su sollecitazione dei tifosi all’interno dello stadio, un momento
del genere non poteva essere cancellato da due colpi di pennello.
L’ingresso in campo prima con il sinistro, ovviamente gli scarpini rigorosamente slacciati. Una carezza sul prato con il piede forte e poi spedito verso Carmando, il massaggiatore che veniva omaggiato ogni domenica con il bacio in fronte. Se non porta fortuna, almeno che scacci la sfiga. Per chi ci crede, un modo per spazzare l’energia negativa.
Pensate che da allenatore al Mondiale del 2010 con la sua Argentina, riuscì a superarsi. La kermesse internazionale durò fino ai quarti di finale, ma dopo la prima vittoria della competizione cercò di ripetere pedissequamente tutto quello che aveva fatto nel pre-partita.
Se va bene non si cambia, allora ingresso sul terreno di gioco con saltello, foto di rito con un delegato dell’Argentina e intervista con i due giornalisti fidati. La sequenza proseguiva con una doppia chiamata alle figlie Dalma e Giannina. Prima di ogni gara chiedeva una copia della prima pagina del quotidiano che celebrava la seconda vittoria consecutiva dell’Argentina.
Quasi a voler chiedere aiuto alla storia, vuoi che prima o poi non possa ripetersi? L’ultimo saluto ai tifosi con baci sparsi in tribuna, in realtà sceglieva il capo comunicazione della nazionale a chi donare tanto affetto. Si torna giù pronti per entrare in campo con la squadra, con l’immancabile rosario in panchina stretto tra le mani. Adesso sì, ogni procedura è stata eseguita, pronti a vivere la partita con l’energia giusta e il vento divino.
di Mario Lorenzo Passiatore
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