9 luglio 2006, un giorno che vale un sogno.
Con i giornali già caldissimi per la nota vicenda Calciopoli, tra chi chiedeva
la testa del CT e chi ne pretendeva le dimissioni. Parola al campo, finalmente,
e a tutto quello che sarebbe accaduto nel giro di un mese. Totti sì, Totti
forse. Totti c’è, meno male. Non al massimo della forma, ma fondamentale
comunque per il nostro percorso. Avevamo già perso Vieri, passato di corsa al Monaco per vestirsi d'azzurro, ma un infortunio beffardo cancellò di fatto il suo volo per la Germania.
Solo due gol subiti nelle sette gare
disputate dagli azzurri: l’autogol di Zaccardo con gli Stati Uniti e il
cucchiaio di Zidane in finale. Solidi, spigolosi e con una buona fetta di
talento dal centrocampo in su. Ma facciamo un passo indietro, la semifinale con lo
spauracchio Germania: perché arrivavano spesso in fondo e perché da paese
ospitante era oggettivo mostrargli il giusto e doveroso rispetto.
Marcello Lippi in un convegno dal titolo "Leadership,
sport e lavori di gruppo” svelò un retroscena davvero singolare nei
giorni precedenti alla gara con i tedeschi. Il CT sospettava di essere spiato,
aveva il sentore che la Germania avesse inviato dei fotografi in missione per
catturare i segreti degli azzurri.
“Accanto al
campo d'allenamento c'era una pinetina. Mentre i ragazzi
palleggiavano aspettando l'inizio dell'allenamento vidi tra gli alberi come dei
flash. E pensai che qualcuno ci stesse facendo delle foto pensando
che stessimo svolgendo del lavoro tattico".
Il
dubbio diventa fondato, così Lippi decide di riunire i suoi uomini e spedire
una cartolina carica d’affetto ai tedeschi. Giù i pantaloni, mal che vada
posteranno sui giornali delle foto originali e meno tattiche.
"Chiamai la squadra e gli dissi
che avevo visto delle luci nella pinetina. Gli dissi di metterci
tutti in piedi, girati di spalle verso la pinetina e gli feci abbassare i
pantaloni. Il fatto che in
questi anni non sia mai venuta fuori una fotografia dell'Italia a culo nudo
vuol dire che non c'era nessuno".
di
Mario Lorenzo Passiatore