E’ arrivato
in Premier League a stagione in corso al posto di Potter e ha stupito diversi
addetti ai lavori per come si è adattato a un campionato differente per modo di
interpretare il calcio. Roberto De Zerbi ha portato il Brighton in Europa
League per la prima volta nella sua storia.
Un risultato
che non è passato inosservato, ha ricevuto tanti complimenti da parte dei suoi
colleghi. L’allenatore italiano è legato da un profondo rapporto di amicizia
con Pep Guardiola, così nel corso dell’ultima puntata della Bobo TV su Twitch,
ha raccontato la genesi del loro rapporto.
"L'ho conosciuto 12 anni fa,
quando sono andato con un mio amico a vedere i suoi allenamento a Monaco. Negli
stessi giorni c'era Rino Gattuso. Gattuso è Gattuso, aveva fatto una carriera
da calciatore, a me chi mi conosceva? Nessuno. Io conoscevo il fisioterapista
del Bayern che è un italiano. Guardiola ci ha tenuto 50 minuti nel suo ufficio,
sembrava che parlasse con Gattuso e Pirlo, ma io non ero Pirlo. Mi ha accolto
con una generosità".
Appena i media
inglesi hanno annunciato l’arrivo di De Zerbi in Premier League, l’allenatore
catalano ha fatto sentire tutta la sua vicinanza. "Quando ho firmato tramite PEC, mi ha telefonato per dirmi in bocca al
lupo, benvenuto e se avessi bisogno di qualcosa. Figurati, lui che chiama me
per accogliermi".
De Zerbi è
rimasto folgorato dalla grande disponibilità di Guardiola, sempre aperto al confronto
e proiettato verso nuovi aggiornamenti. Un motivo in più per prendere spunto e
ispirarsi.
"Quando vengono a trovarmi
persone da fuori io ospito tutti, come ha fatto Guardiola. Allo stesso modo mi
ha accolto Bielsa qualche anno dopo. Per me Guardiola è il numero uno della
storia assieme a Sacchi, che anche ha cambiato tanto, e a pochi altri, perché
io non considero quelli che cambiano il calcio o i migliori della storia quelli
che vincono di più, io ho un altro metro di giudizio".
Poi la
confessione finale, spesso gli apprezzamenti generano grandi responsabilità. "Non so se Guardiola ha esagerato con
me, però ricevere i suoi complimenti mi ha anche messo a disagio".
di
Mario Lorenzo Passiatore