Continua a tenere banco il caso Acerbi-Juan Jesus, adesso la
palla è passata nelle mani delle procura che ha ascoltato per oltre un’ora il
difensore nerazzurro. I media si sono divisi, condannando fermamente il
gesto e le parole di Acerbi, qualora fossero poi realmente confermate. Si
attenda una decisione entro l’inizio della prossima settimana, il difensore azzurro
rischia una stangata di nove-dieci giornate e un’eventuale esclusione dal
prossimo Europeo.
In tal caso, anche l’Inter potrebbe rimettere in discussione
il futuro del calciatore, vincolato ai nerazzurri con un contratto fino al
2025. In queste ore ha parlato anche Fabio Caressa, noto telecronista di Sky
Sport dai microfoni di Radio Deejay. Un giudizio netto che non ammette troppe
interpretazioni.
"Voglio
dire una cosa: non è un insulto come un altro. Non so come è andata, lo sanno
solo loro due. Però ragazzi, se uno parla e accusa un altro in base al colore
della pelle è razzismo. Punto. Finché non lo capiamo, non facciamo un passo in
avanti culturale e quello non va bene. Non è un'aggravante, ma è una cosa
importante sottolineare che era pure la giornata contro il razzismo".
Poi ha spostato la sua disamina sul comportamento del
difensore nerazzurro che, dopo aver chiesto scusa in campo, non ha mantenuto la
stessa linea oltre i novanta minuti. "Di
Acerbi non capisco la posizione difensiva. Anche solo se fosse stato male
interpretato, doveva chiedere scusa. Queste parole non le ho sentite dire
espressamente, doveva dire di essere distrutto dal dolore e chiedere scusa se
sia stato interpretato male. Se dai 10 giornate, però, poi si aprono
problematiche. È un precedente, in cui di fatto una testimonianza vale per una
condanna. Mi sento di abbracciare Juan Jesus, si è sentito offeso per una cosa
grave. Se gliel'ha detto, è una parola dispregiativa".
di
Mario Lorenzo Passiatore