Ha
ricoperto la carica di direttore generale nel Milan dal 1986 al 2002. Una vita
con i rossoneri, ha vissuto e condiviso i trionfi e le esperienze dell’era
Berlusconi, segnata da molteplici successi internazionali. In queste ore ha
parlato a Radio Sportiva proprio del percorso della squadra di Pioli nella stagione corrente, sia in campionato che in Europa. L’ex direttore è stato abbastanza
duro nei giudizi, ridimensionando squadra e obiettivi imposti dall’attuale
dirigenza in estate.
“Io penso che bisogna guardare le cose da
dentro. Se si lavora per il Milan bisogna conoscerne la storia e il livello:
ora ci sono giocatori che non sono all'altezza del club, ma non solo lì. In
passato c'erano poche squadre che lottavano per vincere lo scudetto, i
giocatori a volte hanno la capacità di dimostrare che si sbaglia: molte volte
si fanno errori, ma il problema è che quando si prende un giocatore è bravo
sarà solo il tempo a dire se lo è davvero.
Al Milan in
questo momento ci sono alti e bassi, non è una grande squadra e lo dico
onestamente. È un club di media classifica, che non ha superato nemmeno il
girone di Champions: in questo momento non è di alto livello. Io sono
innamorato dei rossoneri, mi piacerebbe vederli competitivi, che girano
l'Europa e lottano per lo scudetto, invece è solo una buona squadra in cui manca
qualcosa e ci sono criticità dietro, in mezzo e davanti in tutti i reparti”.
di
Mario Lorenzo Passiatore