Le parole arrivano da uno che di guantoni se ne intende. Anche
perché dopo aver lasciato il calcio nel 2008 ha indossato i guanti per guidare
le auto. Già, ha fondato un Team tutto suo in sinergia con Olivier Panis, ex
pilota automobilistico e grande amico di Fabien Barthez. Fabien al volante, da
pilota a Le Mans. Insomma non si può dire che dopo non abbia trovato gli
stimoli giusti per ripartire. Noto per il curioso siparietto con Blanc a
Francia ’98, il celebre bacio alla pelata. Ma non solo, perché Barthez è stato
un grande portiere della sua generazione, che ha vinto il Mondiale nel ’98 e
l’Europeo nel 2000.
In queste ore ha rilasciato un’intervista a Le Parisien parlando
di due suoi colleghi illustri. Tra cui Gigi Donnarumma, attuale numero uno
della nazionale e del PSG. Barthez ha criticato anche i formatori francesi che
lavorano con i portieri, da un po’ di anni c’è qualcosa che non va, forse
perché sono “tutti uguali”.
“Da quattro o cinque
anni troppi allenatori preferiscono portieri da 1 metro e 95 o più che occupano
lo spazio. Non ho nulla contro, anche perché il migliore al mondo, Courtois, è
alto 2 metri. Ma la formazione francese e non solo, ormai produce portieri
formattati e privi di creatività, sacrificando quei portieri che magari
misurano 1 metro 85, senza offrire loro una chance".
Poi è passato al caso pratico, analizzando la stagione Donnarumma
che, francese non è, ma presenterebbe dei “difetti” analoghi della scuola
transalpina. L’altezza è un problema? No, non sempre, ma in alcuni casi non
aiuta, secondo Barthez. "Donnarumma
è alto quasi due metri e non sta facendo una stagione eccezionale. Il gol di
Coman (subito in Champions League nell'andata degli ottavi di finale contro il
Bayern) illustra qualità e difetti di un portiere della sua altezza. Il
problema non è la reattività sul gol, ma è legato alla sua tecnica che non era
quella giusta. Avrebbe dovuto respingere la palla con il piede, invece che
provarci con le mani. Un portiere più piccolo, con più istinto e tecnica
l’avrebbe parata".
Nessun dubbio sulle qualità
individuali di Maignan, ma restano ancora delle piccole riserve. Servirebbe un
banco di prova più forte, uno step successivo che forse solo la responsabilità
di indossare la maglia della nazionale potrebbe dargli.
"Mike ha
scalato le gerarchie con brio, ma non l’ho mai visto con continuità al livello
delle nazionali dove in una decina di partite devi essere sempre all’altezza.
Quando giochi con la nazionale il livello è superiore perché giochi con i
migliori del tuo Paese e affronti i migliori di ogni nazione avversaria, e non
è sempre il caso quando sei in club. A Maignan avrebbe fatto bene andare al
Mondiale. Non posso ancora valutarlo in modo completo".
di
Mario Lorenzo Passiatore