Spagna –
Italia ha lasciato strascichi importanti nei giorni successivi, non tanto per
il risultato quanto per il gap complessivo che si è visto tra le due squadre.
Dalla questione tecnica (che resta prioritaria) a quella organizzativa. L’1-0
delle Furie Rosse tiene comunque a galla gli azzurri per l’ultima partita con
la Croazia, ma ha aperto ufficialmente il tavolo del dibattito, come spesso
accade dopo una sconfitta.
Così in queste ore ha parlato anche Demetrio
Albertini, ex calciatore della nazionale e attuale presidente del settore
tecnico della Federazione italiana giuoco calcio. Ogni riferimento è alla
progettualità spagnola che negli anni ha scelto di strutturarsi con i club e
programmare. Le sue dichiarazioni rilasciate all'agenzia Ansa.
"Una partita non è
l'assoluto, e anche se la Spagna ha surclassato l'Italia sono convinto che il
dislivello reale non sia quello. Ma qualcosa vorrà dire se la Spagna ha un
progetto sportivo e noi dopo tanti anni ancora stiamo parlando delle seconde squadre.
Se Yamal a 16 anni ha 38 presenze nel Barcellona che ha cominciato la stagione
per vincere la Champions e i nostri ragazzi, campioni d'Europa U.17 o U.19, non
trovano spazio o giocano per non retrocedere. Come sempre, parliamo di giovani
e non li valorizziamo".
Poi un
consiglio a tutti i giovani calciatori italiani di non scartare a priori l’ipotesi
estera, perché potrebbe rivelarsi tanto formativa nella loro fase di crescita. "Sapevamo da prima, basta vedere dove
giocano i loro nazionali, quanti nei club iniziano la stagione per vincere la Champions
e quanti in Italia. E’ oggettiva la differenza a livello formativo.
Parliamo di Yamal, Williams, Pedri e della loro
età, ma guardiamo bene quante presenze hanno così giovani nel Barcellona,
nell'Atletico, nel Real. In Italia invece è bloccato il mercato interno, a un
giovane italiano direi di non scartare l'ipotesi estera".
di
Mario Lorenzo Passiatore