Calcio Estero

Lopetegui e Flick, storie di rivincite (non) annunciate

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 04/01/2022

Non esiste chi arriva prima o dopo, ci sono percorsi e vite differenti per chi ci crede e chi sa aspettare senza fermarsi mai. Si passa spesso da un esonero o da un fallimento: le carriere svoltano anche così, in pochi mesi e in pochissime mosse

Storie lunghe diventate vincenti, frutto di lacrime e rivincite personali come quelle di Julen Lopetegui e Hansi Flick: la nuova Europa che ha messo la firma nella stagione più strana e dilatata di sempre. L’allenatore del Siviglia nel 2018 ha assaporato il meglio che il calcio potesse riservare a un tecnico spagnolo, per poi ritrovarsi nel giro di quattro mesi con due esoneri lampo e un pugno di mosche.

13 giugno 2018, a due giorni dall’inizio del Mondiale il Real Madrid ufficializza l’accordo con Lopetegui: la Federazione spagnola lo solleva dall’incarico della Nazionale con effetto immediato. Addio al Mondiale prima ancora di giocarlo, dopo una cavalcata di due anni senza aver mai perso sul campo. Julen incassa e comincia la sua avventura al Real, ma il capolinea ha già una data: 29 ottobre 2018. Il Madrid perde testa e partita: 5 a 1 in casa del Barcellona e il nuovo corso post Zidane termina nel peggiore dei modi.

E’ l’anno dei tormenti, dei comunicati annunciati in tempi sbagliati e di avventure mai decollate. Le carriere svoltano anche così, in pochi mesi e in pochissime mosse. Il Siviglia, con coraggio, lo rimette in corsia il 5 giugno 2019. Dopo oltre un anno vince l’Europa League, tra le lacrime di chi pensava di essere caduto irrimediabilmente nel vuoto. E invece eccola l’altra chance, fatta anche di coincidenze e, per una volta, di lacrime di gioia.

Una vita diversa ma altrettanto tortuosa quella di Hansi Flick prima di alzare la Champions, abbattere ogni record e completare il Triplete in Baviera. Anche la storia di Hansi passa da un esonero e, soprattutto, da una retrocessione con l’Hoffenheim in seconda divisione a inizio carriera. Quindi il lungo cammino da comprimario, da uomo ombra, quasi da eterno secondo, per 15 anni assistente o vice, prima di Loew nella Nazionale tedesca dal 2006 al 2014, e poi al Bayern di Kovac. Possiamo scegliere l’obiettivo e provare perseguirlo, ma il percorso proprio no, quello non è dato saperlo. Non esiste chi arriva prima o arriva dopo, ci sono strade e vite differenti per chi ci crede e chi sa aspettare senza fermarsi mai. Oggi, Lopetegui e Flick ci hanno insegnato questo, che non è mai troppo tardi per prendersi una sana rivincita e ripartire.

di Mario Lorenzo Passiatore

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