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Vieri e l’aneddoto più strano: “Mi lanciarono un pesce dalla curva, ho conosciuto due difensori matti”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 14/05/2023

L’ex bomber della Nazionale ha raccontato una serie di episodi curiosi che hanno caratterizzato la sua carriera. Dal pesce alla discoteca, fino alla storia di Vicenza fatta di tacchetti e gomitate. “Non c’era Var, non c’erano tutte le telecamere di oggi, andava bene tutto, sempre. Prima c'erano i matti che ti correvano dietro..."

Vieri senza filtri e a ruota libera sul suo passato da calciatore. Poca attualità e tanto amarcord ai microfoni della Milano Football Week. L’ex bomber della Nazionale ha scavato tra i ricordi, soprattutto quelli di inizio carriera quando bisognava sgomitare nella seria cadetta per mettersi in mostra e fare qualche gol. Al centro della chiacchierata anche il suo amico Pippo Inzaghi che oggi allena la Reggina in Serie B.

“Quando chiacchiero con Inzaghi si parla spesso di Serie B. Trent’anni fa, quando giocavamo noi in B, c’erano i pazzi, quelli veri. Pure in C, gente con i tacchetti altissimi, ti correvano dietro per novanta minuti. Prima si marcava a uomo: cazzotti, botte sui calci piazzati, dita negli occhi, vasellina, cipolla. Ora si marca a zona e sei spesso libero”.

Dalla vecchie abitudini agli aneddoti, fatti di colpi proibiti lontano dai riflettori, come spesso accadeva durante le partite. “Giochiamo Palermo – Venezia, angolo per noi, la palla stava per arrivare a me e sento un colpo alla tempia: pum.  Mi ritrovo per terra, sono stato due giorni a vomitare in ospedale. Non c’era Var, non c’erano tutte le telecamere di oggi, andava bene tutto, sempre. Il calcio è cambiato negli anni”.

L’esperienza di Vicenza e il sapore dei tacchetti di Praticò e Lopez. “Chiedete a Pippo Inzaghi cosa significava giocare contro il Vicenza. Avevano due difensori, Praticò e Lopez, che ti urlavano tutta la partita e contemporaneamente litigavano fra di loro. Due matti, io gliel'ho detto: "Siete due esauriti”.

Il racconto più bizzarro risale ai tempi di Ravenna, stagione 1993-1994. L’epilogo non fu certamente dei migliori. “A Ravenna sono retrocesso e mi hanno buttato un pesce. Un pesciolino, era la contestazione a Ravenna. Poi siamo andati tutti al Pineta ed è passato tutto. Come facevi a salvarti a Ravenna, era a sette minuti dal Pineta. Io andavo anche quando era chiuso (ride ndr)”.

di Mario Lorenzo Passiatore

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