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Zeman e il calcio moderno: “Ci sono allenatori che hanno più collaboratori che giocatori. A volte mi chiedo se…”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 12/03/2023

La sua biografia offre una miriade di spunti sempre attuali, tra le righe una polemica abbastanza marcata contro alcuni colleghi. “Spesso l’allenatore viene visto come il vertice di una piramide, uno che deve solamente tirare le fila e unire i puntini…”

“La bellezza non ha prezzo” è la biografia di Zdenek Zeman che regala un’infinita di spunti sulla sua carriera e sul calcio moderno. E’ tornato in panchina da qualche settimana a Pescara, Zeman – Ter, l’uomo dei ritorni. A Foggia si è superato, ben quattro volte sulla panchina dei rossoneri. Nel suo libro, scritto egregiamente insieme al giornalista Andrea Di Caro, racconta con una serie di aneddoti tutta la sua carriera a tappe.

I rapporti personali con i presidenti, i calciatori che hanno segnato la sua vita sportiva e una prima parte caratterizzata dalla sua infanzia, la famiglia e gli inverni di Praga. Ci sono tante riflessioni sul doping e le farmacie, due temi ricorrenti negli anni ’90 che diventarono un vero cavallo di battaglia del boemo.

In cinquant’anni di carriera ha fatto discutere tifosi e addetti ai lavori, dividendo parte della critica e anche colleghi di campo. Ci sono degli spunti sul calcio moderno, sugli staff allargati, sull’uso e l’abuso della tecnologia a supporto degli allenatori. Metodi che non rispecchiano la filosofia del boemo, lontano dalle nuove visioni. Pochi, fidati, ma buoni. Una critica forte nei confronti di alcuni tecnici.

 “Oggi ci sono allenatori che hanno più collaboratori nello staff che giocatori a disposizione. Il calcio sarà pure cambiato, le rose aumentate, gli impegni cresciuti, ma a me pare un’esagerazione. Spesso ormai l’allenatore viene visto come il vertice di una piramide, uno che deve solamente tirare le fila e unire i puntini, come dei giochi del cruciverba. Match Analyst, collaboratori tecnici, tattici, chi studia i calci da fermo, osservatori di squadra avversarie, preparatori di portieri, della difesa, del centrocampo, degli attaccanti, preparatori atletici, preparatori per il recupero degli infortunati, staff medici, lab che sembrano usciti dalla Nasa, nutrizionisti, curatori di immagine e addetti stampa personali. A volte, mi chiedo, con tutta questa gente intorno, alla fine l’allenatore a cosa serve”.

di Mario Lorenzo Passiatore

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