Serie A

Macellari confessa: “Ho speso più in donne che in cocaina. Una volta ero in vasca e ho avuto paura…”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 07/03/2023

Una storia segnata da molteplici debolezze, un racconto forte quello dell’ex terzino nerazzurro. La droga ha recitato un ruolo importante soprattutto in una fase della sua vita. “C’è un mondo parallelo legato al mondo della cocaina. Non bastava più quella normalità, io penso di aver avuto anche la malattia del…”

Lecce, Cagliari, Inter e Bologna sempre sulla corsia mancina. Fabio Macellari, terzino sinistro a cavallo tra gli anni ’90 e 2000 si è raccontato a “One more Time”, il podcast di Luca Casadei. Una storia segnata da una serie di debolezze che ne hanno compromesso in parte la carriera. Le donne, i vizi e la cocaina, un circuito infinito che l’ha allontanato gradualmente dal mondo del calcio e, soprattutto, dalla vita reale.

Come in una bolla parallela, ha vissuto una serie di eventi durante la sua permanenza in Emilia. La cessione dall’Inter al Bologna, grazie alla mediazione di Guidolin che spinse tanto per averlo in rossoblù. Un nuovo percorso entusiasmante prima che l’infortunio si trasformasse in un lungo calvario.

“In otto partite avevo fatto qualcosa come sette assist in otto gare. Mi sentivo il più forte di tutti sulla sinistra, li tritavo. Poi mi sono fatto male ed è subentrata una forma di rilassatezza. Il rientro era previsto in quattro mesi e mezzo, solo che avevo tanto tempo libero. Così ho provato la cocaina in un momento di pausa. Hai tutto, donne per esempio, in qualsiasi modo. Però non basta più neanche quello. Al campo ti buttano il fogliettino con il numero, la conosci alla fermata, al semaforo. Ma non basta più nulla, hai bisogno di alzare la posta perché ti annoi. La prima volta che ho provato la cocaina ero a casa a Bologna. L’errore sta alla base, ci sono cose più forti di te, quando sei presuntuoso accade questo. Ci sono delle cose da lasciare perdere, non bisogna neanche iniziare, neppure se ti senti Superman”.

La droga l’ha trascinato gradualmente in una dimensione diversa, talmente nociva da isolarsi e restare solo. “C’è un mondo parallelo legato alla cocaina. Non bastava più quella normalità, io penso di aver avuto la malattia del sesso, c’erano delle donne da copertina che non vedi nella vita normale. Il fatto di dire ‘stai qui con me’, ti pago perché me lo posso permettere, è una cosa che poi ti prede la testa”.

Il racconto procede nei dettagli, una volta ha rischiato di non farcela, dopo cinque giorni senza dormire aveva perso la cognizione del tempo. “Nel periodo più buio, mi organizzavo e facevo il tour a casa di queste donne. Spendevo più in donne che in cocaina. Tu, bellissima non saresti mai venuta con me, invece io posso comprarti. E’ un ragionamento subdolo e sbagliato. Prendevo dieci grammi al giorno, una volta ho avuto paura e mi sono spaventato. Ero a Porto Cervo, dopo cinque giorni sveglio mi sono trovato nella vasca da bagno calda. Sono arrivato a carponi a letto e non ero neppure sicuro di svegliarmi il giorno dopo. Quando mi sono rialzato sono scappato in montagna e ho iniziato un processo per disintossicarmi”.

di Mario Lorenzo Passiatore

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