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Nesta e l'addio al calcio: 'Stavo male, quel piccolino mi ha fatto impazzire...'

di Claudio Ruggieri

Foto di flickr

Pubblicato il 08/01/2023

Alessandro Nesta è stato uno dei difensori più forti della storia del calcio. Durante una diretta Instagram con Cannavaro ha ricordato il momento in cui decise di ritirarsi dal calcio giocato...

In questi mesi si è parlato tanto di Cristiano Ronaldo che dopo la separazione con il Manchester United ha deciso di continuare a giocare firmando per l'Al-Nassr in Arabia Saudita. Una scelta che non è piaciuta a molti che speravano in un ritorno romantico allo Sporting Lisbona. Alla soglia dei 38 anni, Ronaldo non ha nessuna intenzione di smettere di giocare a calcio.

Ce ne sono tanti che sfidano la carta d'identità, altri invece hanno detto basta quando il fisico non ha retto. E' il caso di Alessandro Nesta, ex fuoriclasse del Milan, uno dei più forti difensori visti in circolazione. Durante una diretta con Cannavaro, l'ex Nazionale azzurro ha rivelato di aver maturato la sua idea di lasciare il calcio dopo una sfida contro il Barcellona di Leo Messi.

"Nell’ultimo anno di Milan, ho beccato il Barcellona quattro volte. Quel piccolino (Leo Messi ndr) mi fece impazzire. Così pensai: “se lo becco un altro anno come faccio a tenerlo?”. 
Galliani per la stagione successiva mi propose un altro anno di contratto, ma rifiutai per andare a giocare in America, perché non ero all’altezza di giocare più a quel livello e non volevo fare figuracce. Soprattutto al Milan che mi ha dato tutto.

Quando ho lasciato sono stato davvero male. Lo ammetto. L’ultima partita che ho fatto, chiaramente mi sono stirato (ride ndr), però è stata una liberazione perché ricordo che negli ultimi 2/3 anni dovevo prendermi delle pastiglie per allenarmi. Poi dopo sei mesi che ho smesso, volevo andare sotto un treno. Mia moglie non mi ha cacciato di casa perché mi vuole bene, ma ero diventato davvero insopportabile. Mi mancava molto il calcio, tutti i giorni erano diventati uguali. A 38 anni ero sempre sul divano e avevo paura di affrontare una vita senza pormi un obiettivo. Mi mancava l’adrenalina, la competizione. Il fatto di giocare a San Siro la sera con 80 mila persone. Sono andato davvero fuori di testa”.  

di Claudio Ruggieri

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